Un personaggio teramano – oramai passato a miglior vita – facendo finta di essere giunto in ritardo, soleva divertirsi chiedendo agli astanti dei comizi, che si svolgevano anni addietro in Piazza Martiri della Libertà, di fargli un sunto di cosa avesse sino a quel momento profferito l’oratore sul palco. “Gnore ma’, so’ ‘rrevite mo’, ma ca’ ditte”? era – più o meno – la domanda che il Nostro rivolgeva al malcapitato di turno.
Le diatribe che si svolgono ai giorni nostri tra maggioranza e opposizione, anche in tempi di coronavirus, “giustificano” – a mio avviso – l’approccio disincantato del Nostro nei riguardi della Politica, anche a distanza di lustri. Politica che in questi giorni “oscuri”avrebbe bisogno – sia in ambito locale che nazionale – dell’intelligenza, della sagacia e della lungimiranza di un grande personaggio come Marco Pannella che, quando negli anni 90 fu consigliere comunale, elevò il dibattito politico teramano a livelli probabilmente irripetibili. ”Tu sei il Grande Ascolan che il mondo allumi/ per grazia de l’altissimo tuo ingegno;/ Tu solo in terra di veder sei degno/ esperienza degli eterni lumi…” E’ il sonetto che Francesco Petrarca dedicò a Cecco d’Ascoli. Basta cambiare “Ascolan” con “Teraman” e les jeux sont faits…

Domenico Crocetti