TERAMO – Federbim  chiede alla ministra per gli Affari regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini un incontro urgente sulla questione del sovracanone idroelettrico, l’onere versato dai concessionari di derivazioni d’acqua pubblica. Secondo la Federazione che rappresenta 68 Consorzi di Bacino Imbrifero Montano e oltre 2.200 comuni montani, infatti, “la legge 959/1953 istituì i Consorzi tra i Comuni, per la gestione di queste entrate, che non gravano sulla finanza pubblica. Il tema è solo apparentemente tecnico: l’obiettivo è quello di risarcire i territori montani per i danni dovuti alla presenza di bacini, impianti e reti di distribuzione idroelettrica”. Nella lettera alla Ministra Gelmini, il Presidente di Federbim Gianfranco Pederzolli ricorda che “la legge 157/2019 all’art. 57, comma 2 octies, ha stabilito (peraltro modificando il precedente decreto), che lo 0,9% dei sovracanoni dovuti ai Comuni venga corrisposto dai gestori degli impianti idroelettrici all’Uncem per attività di formazione. Nelle settimane scorse il Ministero ha trasmesso alla Conferenza unificata Stato Regioni per l’esame tecnico lo schema di decreto attuativo di quella legge”.
Federbim, spiega ancora il Presidente Pederzolli,  “non discute il ruolo di Uncem e condivide l’idea del trasferimento di risorse ad un soggetto della rappresentanza degli enti locali. Ma chiede che tali risorse siano aggiuntive e non diminutive di un montante su cui Comuni e Consorzi sono da anni abituati a fare conto in virtù del principio affermato dalla  legge istitutiva del 1953 e riaffermato dalla sentenza della Corte costituzionale  n.533/2002, che li identifica come destinatari esclusivi dei sovracanoni idroelettrici. Alla luce della discussione tecnica iniziata, Federbim, che non fa parte della Conferenza unificata, ma è sempre stato consultato in quanto unico  soggetto competente in materia, chiede dunque alla Ministra Gelmini di avviare un confronto politico anche allargato ad altri soggetti come Uncem ed  Anci”.