TERAMO – Inutile ripercorrere le tappe delle gigantografie di Marco Pace che segnano la storia del Teramo Calcio: abbiamo infatti appreso, non da Marco Pace (che avrebbe fatto buona cosa a renderlo pubblico – ndr-), che l’ex presidente e socio di minoranza del club, che resta riferimento unico nel governo dello Stadio “Gaetano Bonolis”, ha motivato anche il perché della retromarcia: precedentemente erano sistemate in zone non visibili ai più (cosa vera – ndr -), ma ai soli calciatori, agli arbitri ed alla stampa, prima della chiusura definitiva anche per quest’ultima a causa del Covid.

Stamane c’è stato un sopralluogo nell’impianto, alla presenza dell’artista, ed una soluzione pare sia stata individuata, magari riservando uno spazio particolare e diverso soltanto a Gaetano Bonolis, il cui nome è legato all’impianto. Tutte le altre opere dovrebbero trovare spazio nelle superfici murarie del piano intermedio della struttura, che ospita il bar ed altro.

Si andrà così a chiudere una querelle iniziata oltre due anni or sono, le cui buone ragioni di opportunità furono sostenute dal primo giorno dalla trasmissione Supergol, unitamente a quella che avrebbe dovuto vedere anche la creazione,  nell’impianto, del Museo del Calcio Teramano del quale, però, non è dato sapere non essendoci novità; ce ne fossero state, siamo certi del fatto che il Presidente Giuseppe Bracalenti lo avrebbe reso noto alla città in tempo reale.