A prima di vista sembra quasi una scelta logica e sana: cosa c’è di meglio che proteggere i propri figli con una videocamera che controlli le maestre dei nidi, negli ultimi anni e mesi al centro di casi di cronaca che le vedono sotto accusa per maltrattamenti o incuria? Come questo verrà magicamente risolto dall’introduzione di una videocamera (idea che però “liscia il pelo” ai genitori) ancora non ci è chiara.
Siamo davvero così sicuri che mettere i bambini sotto l’occhio di una videocamera li renda più sicuri e migliori gli insegnanti? Non dovremmo chiederci a monte se i problemi siano altri?
Se l’ondata mediatica enfatizza i casi, comunque isolati, di cronaca relativa ai maltrattamenti, con l’installazione delle videocamere, risolveremo anche il problema della formazione degli insegnanti e del miglioramento della qualità della didattica?
Investire in videocamere anziché in formazione può essere una scelta. Se si pensa che l’utilizzo del controllo “dell’occhio del Grande Fratello” sia meglio che creare una buona rete di nidi pubblici con educatrici preparate, si vada avanti.