Domenica 28 agosto migliaia di pellegrini arriveranno al santuario da ogni parte d’Italia per l’annuale festa popolare di San Gabriele. La festa, dopo due anni di ridimensionamento causa pandemia, riprende l’andamento consueto con un ricco programma religioso che prevede messe celebrate ogni ora (dalle 8 alle 12 e dalle 16 alle 19). L’aspetto che più colpisce chi arriva al santuario è la massiccia presenza dei giovani. San Gabriele è innanzitutto il santo dei giovani. Sono migliaia i giovani che vanno da lui ogni anno per una sosta di preghiera.
Ogni anno, ai primi di marzo, migliaia di studenti delle scuole medie superiori dell’Abruzzo e delle Marche arrivano al santuario per una giornata di spiritualità a “cento giorni dagli esami di maturità“. Ogni anno, a fine agosto, migliaia di giovani da tutta Italia si accampano per cinque giorni al santuario per la Tendopoli-Festa dei giovani, dando vita ad un meeting religioso fatto di incontri, conferenze, preghiera, testimonianze. In particolare, la Tendopoli, si è imposta a livello nazionale come una delle principali manifestazioni giovanili. Il raduno si conclude con la Festa dei giovani che vede attualmente circa 7 mila presenze. Domenica 28 agosto migliaia di pellegrini arriveranno al santuario da ogni parte d’Italia per l’annuale festa popolare di San Gabriele. Ogni mese gruppi di ragazzi e ragazze in ricerca vocazionale si radunano al santuario per riflettere sul loro futuro. Perché ? Cosa dice oggi San Gabriele ai giovani ?
Francesco Possenti che, più tardi, avrebbe preso il nome di Gabriele dell’Addolorata, nacque a Assisi è un giovane elegante e vivace, e frequenta volentieri la buona società, ma sul futuro nutre molte incertezze, e si sente attratto e affascinato dalla vita religiosa. Nell’ambiente del collegio, Francesco meditò sulla vita di Cristo, e sul contrasto fra Cristo e il mondo, che sarà una delle caratteristiche della sua vocazione e che cominciò a fargli prendere le distanze dalla vita della società in cui era inserito. Il dolore di alcune vicende, alle quali si aggiungeva anche uno stato di salute piuttosto malfermo (era frequentemente ammalato alle vie respiratorie), gli diede il segno dell’inconsistenza delle gioie umane, e contribuì al distacco dall’esistenza fino allora condotta, facendolo propendere per la scelta della vita religiosa. Una scelta che fu a lungo incerta, anche per l’opposizione del padre, che avrebbe voluto inserirlo nella vita amministrativa.
Dopo una prima richiesta di essere ammesso nella Compagnia di Gesù, nel 1856, su consiglio del suo confessore, scelse di entrare nella congregazione della santissima Croce e Passione, fondata da san Paolo della Croce. I passionisti erano noti in tutto lo Stato pontificio per le missioni popolari che vi tenevano. A una vita austera, vissuta in luoghi molto appartati e fatta di silenzio, preghiera e penitenza, la loro Regola univa l’esercizio della carità, che si esprimeva nella predicazione alle popolazioni più povere, le cosiddette missioni. Per completare gli studi in vista dell’ordinazione sacerdotale viene inviato nel piccolo convento dell’Immacolata Concezione di Isola, ai piedi del Gran Sasso. Qui Gabriele moltiplica le pratiche ascetiche e le devozioni mariane, esercita la carità verso i poveri della zona, mentre va crescendo la stima di cui gode presso i superiori.
Nel maggio del 1861 nella cattedrale di Penne (Pescara) riceve gli ordini minori. La sua salute va però rapidamente peggiorando, anche per le privazioni cui si sottopone e le condizioni di vita del convento. Gabriele non arriva al sacerdozio. Il suo stato di salute peggiorò rapidamente e lo portò presto alla fine: Gabriele morì il 27 febbraio 1862, e il suo corpo fu inumato nella cripta della chiesa annessa al convento. La storia del giovane novizio cominciava a diffondersi. La storia del “giovane santo” e dei miracoli suoi si diffuse ampiamente, grazie anche ai cantastorie e ai pastori che percorrevano le vie della transumanza sulle montagne. Gabriele fu dichiarato beato il 31 maggio 1908 da Pio X e canonizzato il 13 maggio 1920 da Benedetto XV. Alla Chiesa del tempo Gabriele apparve come il modello adeguato da offrire ai giovani per additar loro un ideale di virtù e di distacco dai piaceri e dalle vanità del mondo. Così nel 1926 Pio XI lo dichiarò “patrono della gioventù cattolica italiana”. Con il mutamento dei valori e dei comportamenti tradizionali, Gabriele, più che modello generazionale, è diventato il grande santo taumaturgo dell’Abruzzo e nel 1959 Giovanni XXIII lo ha costituito patrono di quelle terre. Ai pellegrini che affluiscono al suo santuario, eretto nel 1970, accanto alla basilica innalzata nel 1908, Gabriele appare oggi il santo dei giovani, e del sorriso.