ROSETO DEGLI ABRUZZI – Da domani, fino a giovedì 31 gennaio, prenderà il via a Giulianova in Sala Buozzi il corso rivolto a coppie aspiranti all’adozione nazionale e internazionale promosso dall’Unione dei Comuni su impulso delle equipe integrate dei Comune di Roseto e Giulianova. Le due equipe sono composte dallo psicologo del consultorio familiare di Roseto, Natalio Flarà e dalle assistenti sociali Natascia Parisciani del Comune di Roseto e Cristina Trosini del Comune di Giulianova.

Durante il corso verranno trattati temi quali le competenze del Tribunale dei minorenni, gli aspetti normativi e giuridici della legge sulle adozioni, le implicazioni psicologiche dell’abbandono e l’inserimento familiare e sociale del bambino, e uno spazio dedicato all’approfondimento delle motivazioni dei genitori adottivi.

“Quello delle adozioni – dichiara l’assessore comunale al Sociale Luciana Di Bartolomeo – è uno dei temi su cui un’amministrazione molto attenta al sociale come Roseto è molto vigile. Purtroppo però questa nostra sensibilità non fa il paio con una realtà che si fa sempre più rigida in fatto di adozione. Dagli uffici infatti –  spiega la Di Bartolomeo – mi segnalano che il ricorso alle adozioni, specie quelle internazionali, nel corso degli ultimi anni sono praticamente dimezzate a causa di costi spesso molto elevati. Infatti mentre le adozioni nazionali sono abbinate dal Tribunale dei minori a costi praticamente nulli, quelle internazionali hanno costi che vanno dai 20 mila ai 50 mila euro e che spesso scoraggiano famiglie pur volenterose. Basti pensare che nel 2016 le domande erano appena 4, nel 2017 erano dieci e nel 2018 solo sette di cui appena due da Roseto città”.

Va considerato infatti che l’equipe di Roseto ricomprende anche i Comuni di Canzano, Atri, Castellalto, Arsita, Castiglione, Basciano, Castilenti, Bisenti, Cellino, Cermignano, Morro D’Oro, Montefino, Notareco, Penna Sant’Andrea, Pineto, Silvi.

“E’ evidente dunque, come alla luce di questo comprensorio, si tratta di numeri risicatisissimi che vanno assolutamente incoraggiati visto che negli anni passati i numeri delle famiglie coinvolte nei percorsi adottivi sfioravano ogni anno una ventina di unità. E’ chiaro che un percorso di sensibilizzazione da solo non basta, ma servirebbero dei correttivi burocratici e normativi per favorire il bisogno di genitorialità che nutrono molte coppie”.