TERAMO – Mario Brandimarte giocò la sua prima partita nel Teramo domenica 19 gennaio 1947. Il Teramo giocò a Portocivitanova, che vinse 3-1 con una tripletta dell’ala sinistra Marconi messa a segno nel primo tempo. Nella ripresa, dopo 4’ accorciò Ginaldi II. Si era alla 13a ed ultima giornata di andata del Campionato di Serie C e la squadra biancorossa, allenata da Mario Piselli, si trovava in cattive acque, con soli 9 punti in classifica, seguita solo da tre squadre: Portorecanati, Sangiorgese e Fabriano, mentre veleggiava al primo posto una straordinaria Sambenedettese, a 21 punti, due più della seconda, la Maceratese.

L’ingaggio di un campione assai esperto e titolato come Mario Brandimarte serviva a ravvivare le speranza di salvezza di una squadra che peggio non avrebbe potuto iniziare la stagione, con un clamoroso 0-6 interno proprio con la Sambenedettese. Era poi andata male anche nelle partite successive, con qualche pareggio, poche vittorie e diverse sconfitte. Un elemento come Brandimarte serviva come il pane. Giocò a Portocivitanova con il numero 4 sulla schiena, ma poco poté fare per ovviare ai problemi di una squadra in grande difficoltà.

Nato a Pescara il 9 marzo 1915, aveva 32 anni ed era a fine carriera, ma la sua era stata eccelsa. Fratello maggiore di Aldo Brandimarte, e pertanto noto come Brandimarte I, Mario aveva iniziato a giocare proprio nella squadra della sua città nel 1935 e, dopo una parentesi nel Cuneo, la squadra dove svolgeva il servizio militare, nella stagione 1936-37, era tornato nel Pescara e non aveva mai svestito la casacca biancoceleste, giocando quattro campionati in serie B, 33 partite nel 1940-41, 20 nel 1941-42, altre 20 nel 1944-45, 26 nel 1945-46. Nella stagione 1946-47, sempre in serie B, aveva disputato una sola partita prima di essere ceduto al Teramo. Insomma, era stata una colonna del Pescara e uno dei più forti giocatori della storia del calcio pescarese.

Serio ed esemplare, come calciatore e come uomo, la sua esperienza era preziosa per il Teramo e i tifosi gioirono quando fu annunciato il suo arrivo, nel quadro di un rinnovamento che vide anche l’ingaggio di un nuovo portiere, Giovanni Donzelli, che prese il posto di “Peponze”, al secolo Costantino De Simone, autore di prove non certo lusinghiere e responsabile diretto di tre delle sei reti incassate a San Benedetto nella prima giornata. Proprio a San Benedetto, contro la capolista, il Teramo doveva andare a giocare nella prima del girone di ritorno, e in squadra, oltre a Donzelli e a Brandimarte, trovarono posto anche Villanova e Cocciolito II, che erano stati ripresi. La squadra beneficiò assai dei nuovi innesti, Brandimarte si battè sulla mediana come un leone e la capolista Sambenedettese faticò assai per vincere, riuscendoci con una sola rete, segnata al 5’ della ripresa dal centravanti Traini, dopo aver preso un palo nel primo tempo con Cammeranesi. Nonostante un altro palo colpito verso la fine dell’incontro dal mediano Paci, il nuovo Teramo piacque molto, o quanto meno non sfigurò quanto si era temuto che potesse fare dopo lo 0-6 dell’andata.

Alla seconda giornata, si ebbe la conferma che la squadra aveva risolto molti dei propri problemi e arrivò uno 0-0 nel derby casalingo con il Giulianova allenato da Duo. Purtroppo arrivò una netta sconfitta 3-0 a Tolentino, seguita da una vittoria di misura 1-0 in casa con il Fabriano e da un pareggio 1-1 a Sulmona. Determinanti furono sempre il portiere Donzelli e il mediano Brandimarte, una vera diga a centrocampo, supportato da un campione autentico quale Costante Bernardini, che domenica 30 marzo 1947 prima diede il suo contributo nell’1-0 casalingo sull’Ascoli e poi un’ora dopo alla palestra della Casa dello Sport nell’incontro di basket contro la Pallaccanestro Napoli realizzò il primato italiano di punti in una sola partita, ben 62, e i teramani vinsero 136-89. L’apporto di Mario fu determinante per la salvezza e il Teramo terminò il torneo a metà classifica, anche se “il leone”, come i tifosi chiamavano Brandimarte, collezionò solo quattro presenze. Confermato dal nuovo presidente del Teramo dott. Eugenio Tattoni nella stagione successiva, 1947-48, sempre in Serie C, Mario Brandimarte fin dalle amichevoli di pre-campionato si dimostrò una colonna insostituibile e l’allenatore Benedetto Del Re, ex giocatore biancorosso, componente del più famoso trio difensivo del Teramo (Calò, o Miglio, Cellerino, Del Re) gli diede ampia fiducia. Era un vero allenatore in campo e sistemato diversamente sul piano tattico, perché schierato come centromediano. Ed era una vera diga, capace di annullare il centravanti avversario.

Il Teramo arrivò al 4° posto e Brandimarte disputò ben 30 partite, tutte di alto livello. Davanti c’erano Calabrese, che da solo segnò 18 partite in 27 partite, Menga, che ne segnò 11 in 25 partite e Di Pietro, che ne segnò 9 in 27 partite. Nonostante il grande piazzamento finale, purtroppo a fine stagione arrivò una automatica retrocessione e il Teramo si ritrovò a disputare, come tutte le squadre finite dopo il 3° posto, un campionato di Promozione Interregionale, per una drastica riduzione dei campionati da parte della Federazione, che portò il numero dei gironi di Serie C da 4 a 2. Fu una delle tante ingiustizie subite dai tifosi teramani, e non fu l’ultima.

Mario Brandimarte non poteva giocare in Promozione e se ne tornò a Pescara, dove concluse la sua prestigiosa carriera, disputando ancora qualche altra partita di buon livello, lasciando un ottimo ricordo di sé sia a Teramo che nella sua Pescara, dove venne osannato negli anni come vecchia gloria quando, in qualche partita giocata in questa veste, mostrava ancora di essere “il leone”.