MONTORIO AL VOMANO – Una emozionante rappresentazione scenica del romanzo di esordio di Alessandra Petrarca “Non chiesi mai quale fosse il suo nome” chiuderà questa sera alle 18,30 la rassegna letteraria “Libri dal vivo… nel Chiostro”, presso il Chiostro degli Zoccolanti.
“Scrivere, come fotografare, è sempre un atto d’amore verso qualcuno…” sono queste le parole che mi tornano in mente a proposito dell’opera prima di Alessandra che nasce, appunto, da un atto d’amore verso la madre bambina alla quale ha inteso restituire, in questo piccolo frammento di storia, un’infanzia serena pur nel tragico contesto storico in cui il romanzo è ambientato. Ma il libro raccoglie anche le memorie della sua terra, un fermo immagine con al centro il suo paese, la famiglia, la casa, i profumi, il fiume Vomano, le tradizioni, gli avvenimenti, la vita quotidiana, i personaggi, i buoni sentimenti e l’importante ruolo delle donne nella società di allora. In questo ultimo appuntamento con la “maratona letteraria” durata due mesi e che ha visto l’alternarsi di autori locali e nazionali e le loro recenti pubblicazioni, abbiamo abbandonato la presentazione “canonica” proponendo questo “viaggio nella memoria” nella formula innovativa e coinvolgente del reading teatrale, una forma espressiva a metà fra lettura e messa in scena. Sotto l’attenta guida dell’autrice, che per l’occasione ha vestito i panni di sceneggiatrice, regista e direttrice artistica dimostrando quanto sia vicina anche all’arte del teatro, i personaggi della sua storia prenderanno vita nelle intense e appassionanti interpretazioni di alcuni dialoghi estratti dal libro e fedelmente tradotti in vernacolo montoriese da Carlo Catalini. Una scelta fortemente voluta dall’autrice poiché il dialetto riesce, più di ogni altra espressione, a riprodurre un intero mondo di tradizioni e la testimonianza delle nostre radici.
Dopo l’emozionante introduzione musicale curata da alcuni bravissimi elementi della preziosa Orchestra Scolastica I.C. Montorio-Crognaleto diretti dal professor Carlo Michini, Roberta Di Donatantonio, splendidamente credibile nel vestire i panni della temeraria ed intraprendente Lucia ed eccellente “tessitrice” delle scene, ci entusiasmerà con la sua interpretazione mentre Matalè, zi Mariatte, Anna mamma di Lucia, e la sorella di Lucia Rossana saranno interpretate dalla brillante e poliedrica Maria Franca Sisti che, con maestria recitativa, cercherà di “tenere a bada” l’esuberante bambina. Il personaggio storico di Zi Sandrine, che molti fra il pubblico ricorderanno, sarà affidato alla superba interpretazione di Villiam Martegiani che con la sua esperienza in campo recitativo saprà rendere al meglio il carattere del personaggio. Leone Magno, memoria storica e attuale delle vicende rappresentate e profondo conoscitore e interprete dell’arte recitativa, sarà l’Io narrante. La sua voce appassionata, coinvolgente e sobriamente incisiva, condurrà il pubblico in un’atmosfera d’altri tempi. Sarà un tuffo nel passato, un distillato di scene rappresentate nello stesso luogo dove la storia è ambientata: lungo le sponde del fiume Vomano. Sarà infatti la voce del fiume che scorre a scandire il tempo in quei luoghi descritti nel libro che hanno segnato il percorso compiuto dalla comunità montoriese e che, ancora oggi, sono punti di riferimento per la vita sociale del paese. Alcuni frammenti di letture saranno affidate al nascente gruppo TeenLaAV dell’Istituto Comprensivo Montorio-Crognaleto. Federico e Ilenia alunni dell’I.C. Montorio Crognaleto cureranno le letture ad alta voce di alcuni frammenti tratti dal libro e, in una sorta di flashmob, creeranno un ponte generazionale fra passato e presente in quanto spettatori e allo stesso tempo narratori della storia. Il Tinello letterario, immancabile e prezioso, solleciterà la nostra poliedrica autrice con la consueta pillola social. Le delicate note alla fisarmonica della bravissima Barbara Probo chiuderanno questa emozionante ed originale presentazione letteraria mentre il fiume Vomano, così come il tempo, continua a scorrere inesorabilmente. La “natura matrigna” avrebbe detto Leopardi, spazza via la vita di tante persone ma non può distruggere il ricordo, quell’emozione, quel sentimento che Leopardi chiamava “rimembranza” e a cui Alessandra ha dato un significato profondo, vestendolo dei colori e dei profumi della sua amata Montorio e dell’amore infinito per la sua mamma.

Luciana Del Grande