Fa caldo… molto caldo. Fa troppo caldo, con l’aria torrida che si alza dagli asfalti arroventati, che ritroviamo dentro alle nostre auto lasciate a friggere al sole, che ci accoglie fuori dai centri commerciali climatizzati (anche troppo).
Fa caldo…
Chi non può andare al mare ed è costretto a vivere nelle nostre città cerca riparo, e refrigerio, nelle poche zone verdi attrezzate… quando ci sono, ma le aree urbane soffrono, più di ogni altro territorio, dell’aumento di temperature.
“Isola di calore urbana”, così si chiama il fenomeno che rileva un microclima più caldo all’interno delle aree urbane cittadine, rispetto alle circostanti zone periferiche e rurali.
Il maggior accumulo di calore è determinato da una serie di concause, in interazione tra loro, tra le quali sono da annoverare la diffusa cementificazione, le superfici asfaltate che prevalgono nettamente rispetto alle aree verdi, le emissioni degli autoveicoli, degli impianti industriali e dei sistemi di riscaldamento e di aria condizionata ad uso domestico.
L’aria, poi, è frenata dalle mura perimetrali degli edifici, e il vento non riesce a penetrare nella struttura urbano con la stessa intensità che ha negli spazi aperti, e si riducono, notevolmente, gli effetti eolici di aria al suolo e il relativo effetto refrigerante durante la stagione estiva.
Per ridurre l’effetto dell’isola di calore non servono grandi progetti né forti investimenti; basterebbe, per esempio, incrementare il numero di alberi e di aree verdi in città per diminuire il calore causato dal cemento e da un paesaggio fortemente urbanizzato, creando zone ombreggiate che possono essere più fresche di 7-8°C rispetto a quelle completamente soleggiate.
Questa differenza influisce enormemente anche sui consumi energetici. Piantare più alberi ovunque sia possibile contribuirebbe alla riduzione dei bisogni di aria condizionata, che si tradurrebbe in minori costi e soprattutto meno emissioni nocive in atmosfera.
Inoltre, un ambiente urbano verde, è più bello, accogliente, e migliora l’umore e la salute dei cittadini.
Ricordatevelo, quando parcheggiate nell’immenso parcheggio asfaltato dello stadio di Teramo, o nelle strade assolate della città, o quando vi lamentate delle foglie che cadono o delle mancate potature (che poi, spesso, sono più dannose che utili).
Gli alberi servono, letteralmente, per farci respirare. Senza di loro muoriamo, e non solo di caldo.