Lo chef stellato Niko Romito, ambasciatore dell’eccellenza gastronomica abruzzese nel mondo, ha ricevuto quasi un anno fa (21 febbraio 2020) un riconoscimento dalla Regione Abruzzo per i suoi prestigiosi traguardi raggiunti. Il milione di euro del premio saranno destinati alla realizzazione di un progetto, il Campus di ricerca e alta formazione nel settore della ristorazione in collaborazione con l’Università di Viterbo.

L’intento,  sebbene  encomiabile, è riuscito, come solo la politica sa fare,   a complicare l’incomplicabile. L’emendamento era stato proposto dalla maggioranza, ma inspiegabilmente, in prima battuta, anche ritirato. L’opposizione, dal suo canto e  con i virtuosismi di cui è capace, aveva  condannato la rimozione,  ma al tempo stesso anche criticato la destinazione del premio reo di beneficiare un’istituzione extraregionale.

Già a questo punto il garbuglio appare palesemente intricato, senonché, negli ultimi giorni,  sono arrivate  anche le immancabili polemiche fuori dal Palazzo. Una su tutte quella del Rettore dell’Unite, il prof. Mastrocola, costernato della scelta di preferire, come partner,  un ateneo fuori regione invece delle strutture nel territorio.

Quello che preme, soprattutto alla vulgata, sembra non essere tanto il progetto in sé, quanto la cifra che migra verso altri lidi. I commenti sui social sono molto chiari: perché il denaro degli abruzzesi deve andare da un’altra parte? Perché tutti quei soldi ad uno solo, quando c’è un intero comparto agonizzante che ne avrebbe più bisogno? E così via.

Insomma una mera questione di denaro, non di idee o progettualità. Quello che Romito vuole realizzare in fondo non interessa a nessuno, mentre interessa molto dove vuole realizzarlo.

Il biasimo quindi è tutto per il luogo in cui verrà speso il milione di euro sebbene la motivazione per la sua elargizione sia basata sulle idee e i risultati ottenuti dallo chef.

Qualche anno fa, nel breve ma intenso “regno” della presidenza D’Alfonso, l’ateneo teramano fu promotore di un’originale iniziativa. Istituì una serie di incontri con tavoli tematici per raccogliere idee e progettualità dal territorio. La risposta della comunità cittadina fu entusiastica e numerosa sia  tra i privati che tra le pubbliche istituzioni. Ci furono diversi appuntamenti in cui vennero presentate davvero tante proposte, tutte aventi come obiettivo il rilancio economico, sociale e culturale della città.

Ebbene, di tutto quel materiale, dove sicuramente ci sarà stato qualcosa di valido, non se n’è saputo mai più nulla. Dissolto come il mega Masterplan dell’ex governatore oggi senatore. Non è dato sapere infatti che fine abbiano fatto tutti quei fascicoli,  ma è probabile, visto l’oblio che li circonda,  che siano finiti nella cartella spam.

Domande al prof. Mastrocola e ai politici teramani in generale:  e se l’Unite avesse presentato alla Regione qualcuno di quei progetti (o anche altri per carità)?

e se invece di dispiacersi del successo altrui l’Ateneo avesse portato alla regione qualche idea vincente, originale o semplicemente più utile e magari proveniente proprio da quelle già in suo possesso, acquisite in quei tavoli?

Magari tra quelle idee ce n’era una da un milione di euro.

A Faceboock i prossimi commenti.

 

di Mira Carpineta