Tafazzi è simpatico. Ma non è un imprenditore. Tafazzi è il simpatico  personaggio masochista che si prende a bottigliate le palle. E non è il caso di Iachini. Che, finita la fiction, iscriverà oggi la Teramo Calcio. E di questo lo ringrazio.

Poi venderà Diakite, Tentardini e quelli che potrà vendere, e lascerà andare Pietro Cianci. Poi venderà la società iscritta e in corsa. E solo a quel punto “Chi vò Crist’ se lu pregherà”. Purtroppo deve lasciarla. A me dispiace. Nonostante la fiction. Sarebbe una guerra continua. Oramai gli animi sono troppo inaspriti. Sono tutti contro di lui, ed è un vero peccato, perché da tifoso continuo a pensare che avrebbe potuto fare bene. A quel punto, recuperati 3milioni di euro (dei 7 spesi)  tornerà la seconda parte della soap opera “Lo Stadio”.

Tra gli interpreti, il duca Guido Alberto Hood, che ruba proprietà ai poveri cittadini e futuro ad altri imprenditori, per regalare a ricchi. E così facendo rischia il trono che lo aspetta a L’Aquila. A difendere l’indifendibile è lo scudiero  con la lancia, il lancione, Lanfranco Xi Jinping, ideologo del comunismo capitalista sannicolense, un comunismo del tutto speciale, iper liberista che, abbandonata l’idea cubana secondo la quale il profitto di ogni impresa – proprietà della comunità – è ugualmente condiviso da tutte le persone. Lanfranco Xi Jinping – fratellastro cattivo di Lanfranco “il Che – che ci piaceva tanto – invece teorizza una città dove il profitto capitalista di una struttura dei cittadini, costruita su un terreno dei contadini, con i soldi dei compagni cittadini, di proprietà unica dei compagni proletari, appartiene solo al proprietario privato. Capitalista appunto. Dunque al ricco. Già ricco. Per farlo diventare più ricco. Senza con–dividere nulla con il popolo. Per questi commmunisti sannicolensi, la società, il bene comune, lo stato, la città non deve gestire più i propri beni, deve regalare ancora per 60 anni i guadagni. Il guadagno del privato ricco, viene prima, è sopra, l’interesse dei cittadini.

Con la combriccola del duca Guido anche il coraggioso e giovane cavaliere Core dal braccio mozzato. Purtroppo glielo hanno tagliato in consiglio perché nessuno ricordasse di quando alzava il pugno chiuso. Naturalmente con loro c’è Graziella “vergine e martire” Cordone. Sono lontani i tempi della “pasionaria rossa” che lottava per il popolo. Ora Lella guarda lo scudiero Luzi e sospirando dice “Guardatelo come somiglia a Draghi, è più bravo di Adam Smith e più bello di Mario Monti, laissez-faire, laissez-faire ”Non può mancare lo scudiero Valdo, con il suo fotografo che chiede: “Duca posso fare una foto con il cavallo ? Così dico che lo stadio l’ho fatto io”. L’unico perplesso è Maurizio, vassallo di Miano, che chiede: “Ma sto stadio non lo possiamo portare a Miano così quel tipo la smette. Prima mi ha tolto voti per vent’anni, mò vuole pure lo stadio…”. C’è il valvassore Antonio che dice “Lo stadio? Regalatelo pure io faccio due concertini tra le frasche e li chiamo eventi” e stapposto, tanto tra poco viene l’autunno ci sarà il teatro. La platea ride. E, simbolo del tutto, c’è il valvassino Cozzi che si erge a statista. Per fortuna entra in scena il replicante Roy Batty e dice “I’ve seen things you people wouldn’t believe”. 

Ma resta il fatto che “Noi siamo la Teramo calcio”. Nonostante sia stato usata. Nonostamte il tradimento. Nonostante il rancore. Anche se lo slogan non è scandito più dai tifosi “Noi siamo la Teramo Calcio”, con i suoi campioni noti e meno noti, i suoi volti storici, le vittorie, le sconfitte, le promozioni, le delusioni, i risultati, le soddisfazioni, i successi. Errori ce ne sono stati. Ma chi non ne fa? Solo chi non fa non sbaglia. Oggi  Iachini non è amato. Lo si avverte dai commenti anche duri.

Io gli dico “Grazie” come ieri lo dicevo a Romy e Campitelli per quello che hanno dato in termini economici. Come dico “grazie” a tutti quelli che fanno qualcosa per questa città. La nostra città. Ha ragione Iachini  quando dice che “da solo non ce la faccio”. Mica è obbligato. Mica averceli implica doverli spendere su quel progetto del calcio. Ognuno fa quel che può. Un capo ultrà scrive “Ci sono cento anni di storia che vanno rispettati” ed ha perfettamente ragione. Ma mica un imprenditore è obbligato o deve farsene carico da solo. Ma nemmeno va bene il “do ut des”. Non è che siccome Iachini spende 2 o 20 milioni per il calcio bisogna regalargli lo stadio – che è di tutti – per 60 anni.

Un lato positivo in questa soap opera c’è. Tutto l’articolato della trama di questi giorni testimonia quanto amore, dolore, rabbia, speranza, passione ci sia ancora dietro la bandiera bianco rossa è nello slogan “Noi siamo la Teramo calcio”. Penso che Iachini alla fine cederà la società, se troverà condizioni accettabili. Penso che Iachini, genio assoluto nel suo settore, che non punta sulla simpatia – ma del resto non fa il comico –  volendo avrebbe già potuto trovare partner e sponsor per non continuare da solo. E credo che il suo allontanamento non sia una questione di soldi. Lui ha preferito la gestione in totale solitudine, tutto qui. Ora non si diverte più. Se lui dovesse essere costretto a restare  – per non perdere più soldi non per i tifosi ne per la squadra – non mi dispiacerebbe. Sono certo che chiedendo, diversi imprenditori potrebbero supportare Iachini. A botte di 10, 50, 100 mila euro non è difficile arrivare a 2 milioni. E credo che neppure i tifosi si tirerebbero dietro, in questa situazione “difficile”, in cambio di reali garanzie di continuità e di risultati. E un delegato dei tifosi “soci” potrebbe entrare in società. Lo spero. Io mi sento parte del Teramo calcio e il mio contributo concreto è a disposizione. Come lo fu per il basket. E parlo certamente anche a nome di altri. Solo così potrà volare ancora in alto il grido “Noi siamo la Teramo calcio”.