NERETO – Il Siesp Asl di Teramo tra domenica e lunedì ha comunicato al Sindaco Daniele Laurenzi la presenza di due nuovi casi positivi rintracciati nel territorio del Comune di Nereto.

Intanto a partire da domani le lezioni dell’Istituto d’Istruzione Superiore Statale “Peano-Rosa” non si svolgeranno più in presenza essendo stata disposta la didattica a distanza, in ossequio all’ordinanza della Regione Abruzzo.

Il Sindaco Laurenzi ha reso noto di  aver firmato un’ordinanza relativa alla chiusura, dalle ore 18:00 alle ore 5:00 del giorno seguente, dei distributori automatici di alimenti e bevande sul territorio comunale, fatta eccezione per le cosiddette “casette dell’acqua”, i distributori automatici presenti presso le farmacie nonché quelli presso i tabaccai.

Il primo cittadino neretese ha affidato ai social una lunga disamina della situazione indirizzata ai propri concittadini.

Queste le parole del Sindaco Laurenzi:

“Visti i numeri, in generale, deduco che il contagio non si può fermare e in attesa del vaccino e/o di terapie certe, possiamo solo frenarlo e contenerlo attraverso i nostri comportamenti.
Come? Le scelte della maggior parte dei governi in tutto il mondo, conducono a nuove restrizioni, chiusure per gradi e se i numeri non si fermeranno, ahimè si chiuderà di nuovo tutto.
In generale il sistema sanitario nazionale è in grande difficoltà, in tutte le regioni, di fronte al moltiplicarsi dei contagi, la corsa al tampone è una delle principali cause di congestione dell’iter di tracciamento che se non è completamente saltato poco ci manca.
Se è vero che anche la nostra ASL fa registrare ritardi su tamponi e tracciamento dobbiamo ritenerci fortunati, almeno al momento, se nei nostri ospedali si possono ancora assistere tutti i pazienti Covid e non Covid.
Mi rivolgo alle persone che in questo momento sono in isolamento domiciliare rinnovando la raccomandazione che ho già fatto telefonicamente a tutti: tanta pazienza, non farsi prendere dallo sconforto, dallo smarrimento derivante dalla sensazione di abbandono.
Ringrazio tutto il personale sanitario, i medici compresi quelli di famiglia, per l’enorme lavoro e responsabilità a cui sono chiamati in silenzio ogni giorno.
Se la stragrande maggioranza delle persone positive è asintomatica o con sintomi lievi e in proporzione ai contagi si muore molto meno dobbiamo pensare che ci sono persone che continuano a morire non soltanto anziani e con patologie pregresse.
Ci sono persone, anche relativamente giovani, che dalla mattina alla sera sono passate dall’isolamento domiciliare all’ospedale per l’acutizzarsi di problemi seri non solo respiratori ma sistemici.
Se il sistema sanitario salta, pensiamo non solo i reparti Covid -19 ma a chi soffre di altre patologie, che succederà? Faremo la selezione negli ospedali come in Svizzera? Conteremo il numero dei morti ogni giorno? Non abbiamo bisogno della paura per comprendere che razza di situazione stiamo vivendo ma ho capito che c’è ancora molta sottovalutazione della realtà.
Guardiamo in faccia alla realtà.
Durante il lockdown sono stato molto attento nel non adottare ordinanze ulteriormente più restrittive ad esempio sulle passeggiate etc. perché ritenevo allora e ritengo tutt’ora che i provvedimenti devono essere calati sui territori in maniera adeguata e proporzionata agli stessi.
Quest’estate con la riapertura e il calo generale dei contagi ho deciso di garantire, in sicurezza e nel rispetto dei protocolli sanitari, il cartellone estivo con eventi in Piazza Cavour.
Lo rifarei. Ora però che il contagio si è diffuso e il sistema ospedaliero può andare in tilt, per renderlo sostenibile c’è bisogno di nuovo della nostra responsabilità prima ancora dei DPCM e delle ordinanze.
Per fermare il contagio occorre il nostro buon senso.
Adesso occorre remare da una sola parte poi ci sarà il tempo per le valutazioni politiche sulle scelte compiute dal governo e dalle regioni.
Non solo in Italia ma ovunque nel mondo, la gestione dell’epidemia è complicata, se non addirittura ingestibile e insostenibile.
Siamo bombardati spesso da cattiva informazione da contrapposizioni politiche e scientifiche inutili e inopportune.
Qualsiasi provvedimento che limita le nostre libertà e compromette la vita economica di attività e famiglie doveva /deve essere accompagnato da sostegni celeri e chiari.
Il modello italiano non solo non ha retto neanche un giorno alla prova della riapertura ma ha fatto registrare scelte opinabili come bonus, banchi a rotelle, trasporto pubblico etc., mentre mancano medici, infermieri, e la cosiddetta medicina territoriale non è adeguatamente attrezzata e risente spesso di scelte (non solo politiche) discutibili. Questo lo voglio dire a chiare lettere.
È chiaro, allo stesso modo, che si tratta di una situazione difficilissima per tutti per questo dobbiamo restare lucidi e fare il nostro. Al netto dei tamponi e dei tracciamenti al netto del normativismo, ripeto, ora serve il buon senso: distanziamento e mascherina e se abbiamo sintomi restiamo a casa in autoisolamento, se siamo stati a contatto stretto con una persona positiva, anche se la ASL non ci dovesse chiamare, mettiamoci in autoisolamento.
Le ultime misure disposte dal governo danneggiano moltissime attività e spaccano ancor di più il paese generando gravi ripercussioni economiche e sociali. La tenuta sociale del paese è a rischio perché chi protesta evidentemente non ha lo stipendio sicuro al 27 del mese.
Le proteste sono legittime la violenza no. Mai.
Al governo dico: non bastano questa volta non meglio specificati indennizzi, occorrono soldi direttamente nei conti correnti e congelare tasse e tributi fino alla cessata emergenza”.