Le logiche giornalistiche sono state stravolte.

Per anni, ma con un’accelerazione importante, abbiamo corso giornalmente dietro alle decine e decine di comunicati dei quali ci siamo nutriti tutti, sempre più e troppo; non soltanto di natura politica.

Gradualmente, ma stavolta alla velocità della luce, nel bel mezzo di un processo sempre in corso e non esaurito, è lievitata la comunicazione social, il cui uso ha implementato ulteriormente il mare di comunicati e di conferenze stampa, spesso inutili. Anche improvvisati per il niente!

E’ finita? No: c’è una nuova, ultima “evoluzione”.

E’ data dal pensiero-live, che non tiene conto di nulla e di nessuno. Viene buttato giù di getto e reso pubblico a prescindere dalla forma e dal rispetto che si dovrebbe a chi è deputato a svolgere questo lavoro. E’ la degenerazione dell’informazione, non attribuibile a chi prova a farla.

Sono dell’idea che prendere le distanze da questo modus operandi sia cosa saggia, a prescindere dal cosiddetto spirito corporativistico, inesistente.