PESCARA – Il Capo della polizia prefetto Franco Gabrielli, Il vice Ministro dell’Interno Vito Crimi, il Presidente della Commissione bicamerale antimafia Nicola Morra, Pasquale Angelosanto generale dell’arma comandante dei ROS, i Procuratori di Torino, Roma, Milano e Reggio Calabria, i Questori di Napoli e Palermo, l’antimafia sul campo è tutta raccolta nei giorni conclusivi del 24 Premio Borsellino. Questi uomini che quotidianamente fanno il loro dovere, come Falcone e Borsellino, sono pienamente consapevoli dei rischi legati al loro lavoro di uomini dello Stato e hanno accettato di vivere una vita “blindata”. Falcone, pronunciando la famosa frase “gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini”, era fermamente convinto che, qualora fosse stato ucciso, altri avrebbero continuato la sua opera e lottato come lui perché la mafia venisse definitivamente sconfitta. Sono questi gli uomini che oggi portano avanti le idee di Falcone e Borsellino. Certo, a volte, ci si chiede se tanti sacrifici valgano la pena. E certe volte l’appoggio di manifestazioni come il Premio Borsellino stride con certi atteggiamenti istituzionali. Durante la terza e quarta settimana di ottobre, ormai da ventisette anni, l’Abruzzo diventa, un laboratorio dell’antimafia vera: forum tematici, dibattiti, proiezioni, momenti musicali e artistici, diventano strumenti della reciproca conoscenza e del desiderio di superare i confini territoriali, costruire percorsi mettendo in rete tutte quelle realtà che nei territori, dal basso, hanno condotto e conducono delle battaglie contro le nuove forme di organizzazione della mafia. Il Forum del Premio Borsellino non è dunque soltanto un momento di ‘ricordo’, ma l’occasione, aperta a tutti quelli che vogliono impegnarsi nella costruzione dell’antimafia sociale, per un confronto tra varie realtà, per uno scambio di esperienze e per l’elaborazione di riflessioni e analisi. Il Forum significa insomma resistere “con le idee e il coraggio”.