TERAMO – Presentata questa mattina, all’Ipogeo di Piazza Garibaldi, la mostra del monumentale “Presepe di Pace” di Paolo Spoltore. L’esposizione, promossa dall’associazione Castellarte Project, sarà visitabile fino all’11 Gennaio 2020.

Ecco la presentazione critica a cura del direttore artistico dell’esposizione, Mariorosa Dei Svaldi:

“Dopo la fortunata mostra “Iron and old stone,” della scorsa estate, Castellarte project propone un nuovo appuntamento con l’artista Spoltore e le sue opere sulla liturgia della natività. II presepe monumentale di metallo e pietra. Le figure si presentano in tutta la loro greve ieraticità, i corpi di metallo sono raffigurati attraverso la tecnica del riuso che è propria dell’autore. Qui Ia sottile complessità dell’esecuzione si carica di un senso mistico e reverenziale. Tutti i personaggi sono colti in un momento fortemente simbolico; solo sfugge, a questo rigore, la figura del bambino, che viene collocato in un cerchio che appare più un gioco che un giaciglio. Lo osservano da lontano il bue e l’asinello che, unici, svelano la loro nature pastorale. Giuseppe e Maria, quasi sentinelle a protezione del divino pargolo. Giuseppe, fermo in una veste che molto ricorda lo Stichàrion liturgico bizantino, pone il suo sguardo lontano.
La madre Celeste, anch’ella assorta in un pensiero intimo, custodisce tra le mani una candida colomba. II gesto protettivo verso quello che per secoli ha rappresentato l’innocenza e la purezza ed evocato la presenza dello Spirito Santo, oggi ci viene offerto come simbolo di pace e fratellanza. Questo piccolo volatile che tra le mani della Santa Madre quasi non ci appare di pietra, ma addirittura si propone delicato e fragile, racchiude l’autentico messaggio del maestro Paolo Spoltore. Nella forza evocativa di un presepe di metallo e pietra, elementi così potenti da sembrare immortali, è custodito un simbolo prezioso ma vulnerabile, che la Madre si è fatta carico di proteggere. II solo capace di consentire all’umanità di incedere nel proprio cammino in un futuro sempre più cagionevole, dove l’unica possibilità è data dall’alleanza della fratellanza e della pratica della pace.
Vi lascio Ia pace, vi do la mia pace”.

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