TERAMO – Quando “Giggino” arrivò a Teramo, nell’ottobre del 1948, ed entrò a fare parte del Teramo allenato da Umberto De Angelis, non trovò un ambiente del tutto a lui favorevole, essendo lui giuliese.

Non era giovanissimo, era nato nel 1922 e aveva 26 anni, ma diventò la mascotte della squadra, anche degli anziani, che lo presero a benvolere perché era simpaticissimo e, come tutti i giuliesi, sempre pronto alla battuta. Dovette adattarsi al passaggio tattico imposto dall’allenatore De Angelis, dal metodo al sistema, e alla seconda amichevole, contro la Juventus L’Aquila, impressionò bene e andò in goal. Non aveva la velocità di Lanciaprima, il tiro potente di Rofi, le capacità realizzative di Filippo Calabrese, il fisico di Collevecchio, la tenacia di Menga, la classe di Bernardini, ma aveva una cosa che nessuno dei compagni aveva: sembrava di gomma.

Quando cadeva, rimbalzava come una palla, e, subito in piedi, riprendeva a correre con e senza palla. Per questo “Giggino” Marà, giocatore di calcio e bigliettaio dell’I.N.T., giuliese in maglia biancorossa, aveva il soprannome di “palla di gomma”. Era funambolico e nelle rovesciate spettacolare, sapeva sempre a chi, quando e come passare la palla, era un assist-man perfetto, così, oltre che fare goal lui, e tanti (52 in 111 partite, quasi uno ogni due partite, in sei campionati, dal 1948 al 1953) ne faceva fare, e tanti, agli altri, a Calabrese, a Rofi, a Menga.

In campo era un trottolino sempre in movimento, divertente anche perché non risparmiava a nessuno le sue battute, pure durante il gioco. I due con i quali legava di più, Rofi e Menga, lo adoravano. Nella prima partita del campionato (Promozione Interregionale), quella del suo esordio, domenica 17 ottobre 1948, vinta 5-1, segnò il secondo goal, dopo che aveva segnato per prima Menga su un suo passaggio e fece l’assist vincente di tutte e tre le altre reti teramane, segnata un’altra da Menga, una da Rofi e una da Calabrese. La sua ultima rete nel Teramo la segnò domenica 10 maggio 1953, a 31 anni, nel rotondo 6-0 casalingo contro l’Avezzano, e la sua fu la quarta di quel giorno.

Visse i suoi ultimi anni a Teramo, nonno della campionessa di pattinaggio artistico Raffaella Del Vinaccio, e quando raccontava la sua carriera da calciatore teramano con un cognome tipicamente giuliese, ridacchiava nel ricordare quanto a Teramo avessero voluto bene a “palla di gomma”.

Perché i tifosi, per non chiamarlo Marà, lo chiamavano “palla di gomma”.