TERAMO – Anche da Teramo si levano le voci in difesa di Charles D. Raby, un condannato a morte che da 24 anni aspetta la sua ora, accusato di aver accoltellato una donna anziana nei primi anni ‘90. Lui si è sempre professato innocente ed anche i nuovi test sul Dna lo scagionerebbero. Cinzia Di Felice gli ha creduto dall’inizio tanto che ha avviato con lui una fitta corrispondenza epistolare passando il vaglio dei carcerieri texani. “Il ragazzo fu costretto a confessare – sono le prime parole della Teramana, che ha preso in carico la situazione dello statunitense – per salvare la fidanzata ed il suo bambino. Non c’è nulla che porti a lui e Charles è disperato in attesa che lo uccidano”. Da dieci anni che lei ha iniziato a scrivergli, prima con una certa frequenza, anche due volte alla settimana, poi con un’intensità minore, ma sempre presente, fino a due volte al mese. “Nelle prime lettere ci siamo semplicemente presentati, lui mi parlava di sé, di quello che faceva in carcere, di come passava le sue ore”. E malgrado non conosca a menadito la lingua di Shakespeare dice di aiutarsi con vocabolario per riempire le paginette: è ovvio che i social sono vietatissimi ai detenuti “e che non possa nemmeno telefonare”. “Ci consideriamo amici” è la sua valutazione finale. Ma l’intenzione primaria di Cinzia è quello di smuovere le acque, interessando i mass media del caso, facendo venire alla ribalta il caso. Dice di aver scritto anche al presidente della Repubblica ma finora non ha ottenuto riposta: “In Italia con le nuove prove sopraggiunte del Dna sarebbe già fuori” azzarda a dire. “O almeno avrebbe potuto far revisionare quel processo che lo manderà a morire per colpe non sue”. Testimonia che vi sono anche in Canada ed in Olanda gente come lei che intrattiene corrispondenza con Charles ed ha avviato anche una campagna informatica per salvare “l’innocente”. Vorrebbe rivolgersi anche alla Chiesa “che è sempre sensibile a queste tematiche” e metter su una raccolta di fondi perché aiuti a far luce sul caso con una campagna mediatica adeguata “perfino assumendo investigatori che possano chiarire ulteriormente la sua posizione, confutando l’ormai condanna a morte assunta dal tribunale statunitense, se possibile”. Cinzia è stata molto colpita da Charles, dal suo personaggio: “Mi ha raccontato tutta la sua infanzia molto sofferta”. Intanto ieri si è rivolta a Rita Bernardini per capire meglio cosa fare, che via intraprendere. Il sito di riferimento è www.savecharlesdraby.com.

 

M.D.Biag.