In merito alle prossime elezioni regionali abbiamo ribadito tre cose semplici ma essenziali: spreco di denaro pubblico, gioco truccato ed invotabilità delle proposte in campo.

 Il mancato accorpamento con le elezioni europee di maggio 2019 ci fa votare in pieno inverno, sperperando così oltre 6 milioni di euro di denaro pubblico. Una scelta per interessi di bottega ed ignavia condivisa da Marcozzi, Legnini e Marsilio.

Rifondazione Comunista ribadisce inoltre che il gioco è truccato: una vera e propria rottura democratica. Infatti per presentarsi alle elezioni nel voto anticipato abruzzese occorrevano 6000 firme quando invece ne bastarono meno di 1000 per le elezioni politiche 2018. Inoltre è stato negato il dimezzamento del limite minimo delle firme in tante regioni, previsto in caso di voto anticipato. Tale dimezzamento è ad esempio previsto nella limitrofa regione Lazio, nella quale il limite ordinario è comunque in proporzione più basso che in Abruzzo: 6750 su 6 milioni di abitanti, mentre in Abruzzo il rapporto è di 6000 firme su 1 milione e trecentomila abitanti. L’assurdità evidente è sottolineata anche dal fatto che la maggioranza delle liste presentate o gode di esonero dalle firme o ha aggirato l’ostacolo facendosi “prestare” un simbolo con esonero.

Infine vogliamo comunque esprimere il nostro giudizio sulle proposte in campo ritenendole tutte INVOTABILI.

I Pentaleghisti non rappresentano alcuna reale alternativa e portano la responsabilità del ritorno in Italia di “malattie” che pensavano debellate come razzismo e xenofobia. Sul piano economico Marsilio e Legnini la pensano esattamente allo stesso modo, avendo votato insieme in parlamento una serie di norme fra cui il Pareggio di bilancio in Costituzione che strozza il welfare, la ratifica del Fiscal Compact, la legge Fornero e l’ abolizione dell’ art. 18. Sul piano regionale poi le differenze sono ancora minori, promettendo le stesse cose e facendo a gara ad inseguirsi a destra. Dopo il disastro della Giunta D’Alfonso, Legnini pensa bene di ricandidarne la totalità dei protagonisti, aggiungendo pezzi storici di centrodestra come Di Dalmazio. I Pentastellati, inefficaci all’opposizione, puntano sull’ambiguità delle proposte di governo, data la subalternità che scontano verso i Leghisti (trivelle, Tav, ecc) tradendo battaglie ambientali storiche e consolidate in Abruzzo. La desta a trazione leghista è più indigeribile che mai. Insomma compari in uno spettacolo nel quale “tutto cambia affinché nulla cambi”.

Rifondazione Comunista continuerà in maniera ostinata a promuovere la costruzione di una alternativa di sinistra e ambientalista, alle destre oggi dominanti, in vista delle prossime elezioni amministrative e soprattutto delle elezioni europee.

 

 

Marco FARS, segretario regionale PRC-SE Abruzzo