TERAMO – Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, ovviamente allineato e concorde con le linee della FIGC, in un’intervista rilasciata al Corriere Adriatico dichiara che le società che si sono rivolte al Consiglio di Stato “…hanno fatto bene a cercare di far valere i loro diritti” ma, nel contempo, spera che le decisioni del Consiglio fissato al 25 agosto, possano invece essere quelle che lui reputa giuste “…perché le regole dello sport devono essere certe e non lasciate alla libera interpretazione, fermo restando che il danno ormai è stato fatto ed è un danno di immagine enorme“.

Non sorprende la posizione del Presidente, ci mancherebbe, ma se danno d’immagine “enorme” sarebbe quello oggi creato da chi sta tentando di salvaguardare i propri interessi, come si conviene a chi vive in uno stato di diritto (non solo costituito da regole dello sport, per fortuna – ndr -), il fallimento in corsa del Catania a tre giornate dalla fine del campionato scorso (Aprile ’22) o l’esclusione del Trapani, l’anno precedente, dopo le rinunce alla disputa di due gare di campionato e di una di Coppa Italia, che sapore avevano? Vogliamo andare oltre? Alle 8 mancate iscrizioni del 2008, le altrettante del 2009, le 20 del 2010 (record ancora imbattuto) o le 8 del 2012, le 7 del 2013, le 2 del 2014, le 4 del 2015, le 4 del 2016 fino ai casi più recenti di Sambenedettese e Casertana?

Forse la Lega Pro bene farebbe a vedere cosa dover fare per salvare questo calcio malato, soprattutto della terza serie nazionale, il più penalizzato tra i tornei professionistici; è quello che, paradossalmente, avrebbe dovuto garantire lo 0,7 d’indice di liquidità al contrario della milionaria Serie A, il cui parametro, peraltro bocciato dal Tar Lazio, sarebbe stato dello 0,5%, quindi inferiore!

C’è più di qualcosa che non funziona: Campobasso e Teramo meriterebbero maggiore rispetto, nonostante tutto. Almeno fino a mercoledì 24 agosto 2022.