Oramai lo sostengono tutti gli educatori. Il bullismo è il primo problema  tra i giovani. Dopo i tre arresti di lunedi  a L’Aquila ieri una nuova aggressione da parte di un branco di bulli  a Teramo,  alle 15,00 davanti la scuola Noè lucidi, dunque davanti ad un luogo frequentato e controllato come il tribunale, a pochi passi dalla stazione dei carabinieri . In base a quanto riportato dalla  famiglia, nonostante non sia stata formalmente sporta alcuna denuncia, il ragazzo sarebbe uscito di casa per fare una passeggiata fino ai campi sportivi intorno alle 15  e avrebbe incontrato il gruppo di suoi coetanei. Dopo una breve conversazione, uno dei ragazzi del gruppo avrebbe sferrato un pugno in pieno volto alla vittima, procurandogli delle ferite sia interne che esterne alla bocca. Sempre secondo i  familiari, alla scena  avrebbero assistito  numerosi  passanti e testimoni, che in un exploit di disimpegno morale non sarebbero intervenuti per aiutare il ragazzo. Solo un ragazzo in moto  ha aiutato il malcapitato, chiamando i primi soccorsi. A seguito dell’episodio, la madre ha scoperto sul telefono del figlio messaggi vocali e video con minacce nei confronti del figlio, il che fa pensare ad una storia che va avanti da tempo.

Ma purtroppo quando si parla di bullismo, soprattutto dal mondo dei grandi, si tende a minimizzare il problema e a difendere chi pratica bullismo dicendo  “È normale che alla loro età siano così”. Ci si concentra, quindi, più sul soggetto che lede che su quello che viene leso. Qualche passo si è iniziato a muovere nel nostro Paese con l’introduzione da parte delle istituzioni di campagne atte a sensibilizzare i cittadini su questa tematica, anche da parte della TV pubblica con programmi come #maipiùbullismo .  Ma  il fenomeno è in continua crescita e vede sempre più l’affermarsi delle cosiddette baby gang, e del cyberbullismo (il bullismo in rete) Sono molti i casi avvenuti a riguardo. In Italia un adolescente su due è vittima di episodi di bullismo: si comincia con le prese in giro e gli insulti, e poi, in 4 casi su cento, si finisce con gli atti di violenza. Le ragazze vittime di bullismo (20,9%) superano i maschietti (18,8%). Le Istituzioni e la scuola italiana, non pòssono e non devono più sottovalutare il problema attuando solo qualche accorgimento a valle, ossia applicando ai bulli delle note disciplinari e delle sospensioni una tantum.