TERAMO – Medici di base in prima linea a Teramo, chi già con mascherine e guanti addosso, chi invece senza nulla confidando nelle distanza e nel fatto che da noi finora non vi sono stati casi di contagio. “Ai nostri pazienti con sintomi di febbre – afferma Siriano Cordoni – ricordiamo di non venire in ambulatorio: se nella telefonata emergono sintomatologie simil-influenzali importanti intanto li tranquillizziamo poi li temiamo sotto controllo per due-tre giorni, se continuano tali manifestazioni si attivano le procedure”. Così il medico di famiglia ad esempio ha ricevuto due suoi pazienti con febbre con tanto di mascherina al di fuori dell’orario di lavoro e in altro luogo che lo studio. “Ci telefonano spesso gente i cui familiari stanno per tornare dal Nord, ci chiedono cosa fare”. Frattanto Filippo Anelli, segretario di Fnomceo, chiede al premier Conte di monitorare la distribuzione di mascherine da parte delle Regioni. La Fimg invece invita a non sovraccaricare lo studio dei medici di famiglia per problemi minori.

La Asl di Teramo, sulla scia del motto dell’infettivologo Giacomo Rezza (“non c’è da fare allarmismo ma occorre operare con lo spirito di massima prudenza”) nelle sue riunioni ha dipinto il worst case, lo scenario peggiore per l’eventuale diffusione del virus anche in provincia. La task force interdisciplinare, messa in piedi per l’occasione, ha ipotizzato diverse situazioni. Per cominciare si è ribadito il concetto che quello che è capitato nell’ospedale di Lodi non sarebbe successo qui perchè a Teramo si è seguita la procedura, tant’è che, oltre a ciò, si è preparata un’entrata dedicata ai pazienti con sintomi influenzali sospetti proprio dietro alla struttura dell’ex sanatorio (il terzo lotto), lontano da pronto soccorso e reparti, con ascensore dedicato e stanze con attrezzature tecnologiche proprie.

Si sono ipotizzate misure anche più drastiche qualora il quadro sanitario a Teramo, eventualità considerata remota, dovesse precipitare: in questo caso si considererebbe anche l’accesso limitato alle strutture sanitarie oppure posti per quarantena nel caso gli ambienti familiari non siano del tutto adatti. Ma il direttore generale, Maurizio Di Giosia, ha stemperato i toni e ribadito che a Teramo è tutto sotto controllo, non ci sono situazioni preoccupanti”.

All’aula convegno del Mazzini di Teramo, il prossimo sabato 29 febbraio, dalle ore 8 in poi, si terrà un convegno dal nome “Coronavirus Covid-19 Emergenza Pandemia”, i relatori saranno i medici Antonio Santone e Pierluigi Tarquini: in questa maniera gli organizzatori si propongono di “dare tutti gli strumenti necessari a medici ed operatori sanitari in prima linea, per affrontare in modo più consono quest’emergenza.

 

di Maurizio Di Biagio