“I rapporti tra forze politiche, fondamentali per amministrare qualsiasi ente, è importante che siano chiari e limpidi, negli interessi generali e non singoli”. Firmato Maurizio Verna, da oggi, ufficialmente, anche ex PD.

E’ stato il “figlioccio” prediletto di Enio Pirocchi, tra i leader locali e regionali dell’allora PSI, prima di confluire nell’attuale Partito Democratico, ridenominatosi più volte. Nella sua frazione di Miano ha riscosso sempre importanti consensi, anche nelle ultime amministrative, quando non avrebbe voluto ricandidarsi… ma poi lo fece. E’ un po’ come avvenne in Provincia nell’ottobre di un anno fa, quando uscì dalla maggioranza ponendo dubbi sulla capacità di giudizio politico dei colleghi consiglieri.

Nel gennaio 2018 Maurizio Verna dichiarò che: “…dopo le divergenze politiche passate, credo che sia arrivato il momento di tornare a dare il mio contributo al Presidente (Renzo Di Sabatino, ndr) e ai colleghi consiglieri delegati, in tutte quelle attività amministrative e propositive che un Ente ancora tanto importante richiede”. Insomma, un cammino, almeno nell’ultimo anno, quantomeno altalenante, tra condivisioni e non condivisioni, uscite ed entrate, assensi e dissensi, astensioni o voti “appesi ad un filo”.

Un cammino che approda, finalmente, ad un epilogo, almeno politico, per il Partito Democratico, per Maurizio Verna ed anche per i suoi elettori. Certo, a Miano lo hanno votato anche perché la frazione teramana potesse avere una rappresentanza forte, magari di governo, come poi è stato.

Probabilmente sarebbe opportuno motivasse soprattutto a loro, tale scelta, che appare inevitabile quanto colpevolmente tardiva.

Walter Cori