PESCARA – Il reddito di emergenza (tra 400 e 800 euro in base al reddito e alla composizione del nucleo familiare), i bonus mensili per i lavoratori autonomi e il bonus colf, esteso ai nonni. Anche le ultime tre misure governative per far fronte al periodo di pandemia, sono opportunità che le persone richiedono prevalentemente tramite i Caf, centri di assistenza fiscale introdotti da un’apposita legge nel 1991. Presi d’assalto anche per il “Superbonus 110%” per le riqualificazioni edilizie e per il boom di nuove domande per il reddito di cittadinanza nel periodo dell’emergenza da coronavirus (più 23% da gennaio 2020). I dati sono diffusi dal Caf Unsic, sindacato datoriale con oltre duemila uffici in tutta Italia, che rileva come siano emblematici tre dati relativi al 2019: attraverso i Caf sono passate il 94,7 per cento delle domande (Dsu) per l’Isee, pari a sette milioni e 578mila; circa l’85 per cento delle dichiarazioni dei redditi parte annualmente dai centri di assistenza fiscale; circa due terzi delle domande per il reddito di cittadinanza passa per i Caf.

“I principali servizi sono offerti gratuitamente grazie a convenzioni con lo Stato che, una volta tanto, premiano la proficua collaborazione tra pubblico e privato – spiega Domenico Mamone, presidente del Caf Unsic – L’accordo tra Inps e Caf, ad esempio, vale quest’anno circa 117 milioni di euro a fronte di attività che gli sportelli dei centri di assistenza fiscale offrono in termini molto concorrenziali sia per la prossimità, grazie ai circa 45mila sportelli sparsi in tutta Italia, sia per la competenza, merito di pool di esperti a disposizione dell’utenza, sia per efficienza. Le nostre strutture sono rimaste aperte anche nel periodo di quarantena, rispetto alla chiusura di molti uffici pubblici”.

C’è un problema, però, che specie negli ultimi anni emerge puntualmente: aumentano i tagli dei trasferimenti economici Stato-Caf. “Sono stati 30 i milioni in meno tra il 2018 e il 2019, a fronte della parallela crescita delle materie delegate – spiega il presidente dell’Unsic – Quest’anno, poi, a causa della crisi da Covid-19, s’è verificato un boom di richieste per alcuni servizi, come nel caso del sempre più strategico Isee, circa un 35 per cento di domande in più rispetto allo scorso anno, che spinge ulteriormente in su quel più 20 per cento del 2019. Crescono pure le richieste di reddito di cittadinanza base: secondo i dati Inps riferiti ad agosto 2020, ne beneficiano ormai 1.464.835 nuclei familiari per un totale di 3,081 milioni di persone. In Abruzzo sono 29.366 (su 42.744 domande)”.

“Se si esaurirà il plafond di risorse previsto dalla convenzione con l’Inps per l’invio gratuito degli Isee, insieme ad altri budget, il rischio concreto è che alcuni servizi diventeranno a pagamento. Sarebbe una beffa – conclude Mamone – soprattutto per coloro a cui gli strumenti ottenuti dai Caf, come i redditi di cittadinanza o d’emergenza, rappresentano necessità esistenziali”.

ABRUZZO – NUCLEI FAMILIARI BENEFICIARI DEL REDDITO DI CITTADINANZA

provincia

domande presentate

domande accolte

Chieti

11.407

7.725

L’Aquila

10.857

7.469

Pescara

11.485

8.254

Teramo

8.995

5.918

Abruzzo

42.744

29.366

Fonte: Inps