TERAMO – Nel momento in cui il Teramo Calcio Srl preannunciava ricorso al Consiglio di Stato, cosa più che legittima seppur perfezionata da un paio di giorni, il Sindaco di Teramo apriva ad interlocuzioni diverse per il futuro del calcio cittadino: che si sarebbe arrivati alla situazione odierna, con l’attuale proprietà non detronizzata da una sentenza definitiva e con la costituita SD Città di Teramo disposta a raccoglierne le redini, ha creato una situazione paradossale, per quanto inevitabile.

Certo è che se il 25 di Agosto il ricorso sarà accolto in toto, o in subordine, il calcio col “marchio Teramo” sarà portato avanti dall’attuale proprietà.

Piaccia poco, meno o non.

In tal caso alla neo costituita società andrebbe un immenso grazie per essersi mostrata sensibile al problema calcio, al contrario della stragrande maggioranza del mondo imprenditoriale, la quale avrebbe potuto rendere molto più agevole l’eventuale, nuovo sviluppo.

Facendo un passo indietro, quindi alla sospensiva accordata al Campobasso dal Consiglio di Stato, si ha netta la sensazione che ponga in evidenza principi diversi da quelli precedenti, finora del tutto ignorati.

  • Va data rilevanza al titolo sportivo conquistato sul campo.
  • Evidenzia che il fallimento di una società (privandola del titolo) non tuteli gli oneri erariali o i creditori, siano essi dipendenti o fornitori.
  • Evidenzia in maniera decisa il momento di forte crisi in cui versano tutte le aziende, non soltanto calcistiche.

Noi di ekuonews, supportati anche valenti professionisti da noi contattati, leggiamo tra le righe che tutte quelle regole inquisitorie applicate dalla Figc siano superabili in conseguenza del particolare momento vissuto dall’intera Nazione.