BOLOGNA – “Lo sport italiano è pronto a ripartire“. Lo ha assicurato il presidente del Coni Giovanni Malagò che ha incontrato in videoconferenza i dirigenti del Bologna Calcio e i ragazzi del settore giovanile. “E’ da dieci settimane che lavoriamo a questo – ha detto –
abbiamo indicato la strada e su questo devo dire che il Governo ci ha rispettato. Abbiamo presentato un documento report di 404 pagine, in cui abbiamo chiesto a tutte le federazioni di indicare le specificità del proprio sport. E’ stato un lavoro da manicomio, perché ci sono ovvie differenze tra chi gioca cricket e chi pratica apnea e chi gioca a rugby nel pacchetto di mischia. Il tutto è stato integrato dal Politecnico di Torino, massima autorità per quel che concerne divisori, controlli di sistemi di condizionamento, ambienti promiscui e differenti specificità logistiche, e dal report della federazione medico-sportiva“. “Oggi lo sport italiano è pronto a ripartire – ha concluso Malagò -. E’ chiaro che la ripresa delle attività è cosa diversa dalla ripresa delle competizioni, ma è altrettanto ovvio che le competizioni non possono riprendere se prima non ricominciano gli allenamenti“.

Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha un rammarico, una ferita che non si può rimarginare: “Volevo portare le olimpiadi estive in Italia. Il dossier era pronto, ero lanciatissimo. Avevo contro Parigi e Los Angeles, ma come dimostrato con le Olimpiadi invernali Milano-Cortina si
poteva fare. Purtroppo la sindaca Raggi bloccò la candidatura. Dopo un anno passato a leccarmi le ferite ho riprovato dall’altra parte, con Milano-Cortina. Ma quella ferita rimarrà per tutta la vita“. Così si è espresso Malagò che poi attacca la sindaca di Roma, Virginia Raggi,
per aver bloccato la candidatura di Roma 2024 nel 2016: “Ha fatto un danno incalcolabile allo sport italiano e non solo. Basti pensare che che per Milano-Cortina sono previsti più di un miliardo e 400 milioni di euro di finanziamento“.

In Italia – ha aggiunto Malagò – c’è il problema degli stadi e si può risolvere in due modi: ognuno per conto proprio, e allora in bocca al lupo, oppure devi organizzare grandi manifestazioni sportive come Europei di calcio, Mondiali di calcio o Olimpiadi, che ti obbligano ad avere determinati parametri e autorizzazioni. Senza fare cose illegali, con i permessi in regola, servono almeno tre anni per partire con i lavori. Con una grande manifestazione, parti subito. Il mio dossier indicava tra le città che avevano possibilità Verona, Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari Cagliari e Palermo” – ANSA –