L’era Mastrocola è già iniziata.

Chiuso il mandato di Luciano D’Amico alla guida dell’Università di Teramo, da pochi giorni si è insediato il nuovo rettore Dino Mastrocola, ordinario di Operazioni unitarie e processi della tecnologia alimentare scelto dal corpo accademico, amministrativo e studentesco per guidare l’ateneo aprutino per i prossimi sei anni.

Mastrocola opererà nella continuità rispetto al suo predecessore ma, dopo il rilancio d’immagine e di credibilità nazionale dell’ateneo compiuto da D’Amico, è arrivato ora il momento di intraprendere altre sfide che dovranno necessariamente permettere all’Università di Teramo di compiere un ulteriore, necessario e non più procrastinabile salto di qualità in avanti.

La riforma Gelmini del 2010 ha dettato delle precise indicazioni ministeriali alle quali prima o poi tutti gli atenei italiani dovranno necessariamente adeguarsi. In molte sedi universitarie, prevalentemente del Nord e Centro Italia, sulla base della rinnovata normativa, è già stata effettuata la revisione dello Statuto interno da alcuni anni, operazione che ha sancito il definitivo passaggio dal vecchio modello “per Facoltà”, a quello più nuovo, snello e funzionale “per Dipartimento”, quello che permette ad un ateneo di essere realmente competitivo a livello nazionale ed internazionale e soprattutto di intercettare quei fondi, sostanziosi, che garantiscono una crescita concreta a livello qualitativo e quantitativo.

Il processo è complesso, laborioso, faticoso, sicuramente destinato a creare frizioni e scontri interni, ma necessario e non rinviabile. La prassi tipicamente meridionale del “tiriamo a campare finchè possibile” non è certo più applicabile per il mondo universitario. E allora anche l’Università di Teramo, dopo aver raggiunto con D’Amico una certa stabilità interna, dovrà avviare questo nuovo percorso per evitare di rimanere indietro rispetto ad altre sedi e soprattutto di essere etichettata come “ateneo arretrato e non credibile”.

Il rettore Mastrocola sa bene di essere arrivato alla guida dell’Ateneo in un momento delicato ma di svolta: alla luce delle sue riconosciute competenze siamo certi che riuscirà nell’impresa. Docenti preparati e competenti per aiutarlo in questa impegnativa sfida non mancano affatto in seno all’ateneo abruzzese, così come, tuttavia, i franchi tiratori, pronti a colpirlo al minimo errore.

L’auspicio è che in una fase di grande trasformazione come quella attuale tutte le componenti remino dalla stessa parte, lasciando nei propri armadietti scheletri, rivendicazioni personali e atteggiamenti dannosamente reazionari. L’occasione di crescita è troppo importante per tutti, città compresa.

Mastrocola va aiutato e non ostacolato, altrimenti sarà l’ennesima occasione sprecata.

E Teramo non può affatto permetterselo…

Luigiaurelio Pomante