TERAMO – In occasione della Festa della Repubblica, lo scorso 2 giugno, presso il Monumento ai Caduti di Viale Mazzini, sono state consegnate 22 medaglie d’onore dal Prefetto Massimo Zanni conferire con Decreto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ai cittadini deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, quale risarcimento soprattutto morale che la Repubblica Italiana riconosce per il sacrificio patito dai propri cittadini. Questi i destinatari delle medaglie, consegnate ai familiari: Giuseppe Alleva, fante, nativo di Campli; Cacchiò Antonio, aviere, nativo di Colonnella, alla sua memoria è stato dato alle stampe un libro a cura di Danilo Massi dal titolo “Stalag II-B 30323”; Ciarrocchi Rinaldo, operaio militarizzato, nativo di Tortoreto ma residente all’epoca dei fatti a Giulianova, muore a Bastia in Corsica il 12 settembre 1943, dopo essere stato catturato dai tedeschi ed il suo corpo risulta disperso sull’isola; Cioschi Quintino, autiere, nativo di Teramo, il figlio e il nipote sono arrivati a Teramo da San Salvo per ricordare il loro congiunto (era prevista la consegna a Chieti); D’Andrea Bruno, fante, nativo di Forcella di Teramo, dopo la liberazione, ricoverato a Merano, morì per una grave patologia contratta sotto le miniere tedesche; De Berardinis Ermenegildo, aviere, nativo di Bellante, era già orfano di padre morto a seguito della Prima Guerra Mondiale; Del Nunzio Giuseppe, artigliere, nativo di Giulianova, muore sull’isola di Rodi il 13 novembre 1943 a causa di un incidente aereo durante il trasferimento da parte dei teschi sulla terra ferma in Grecia, il suo corpo riposa a Giulianova dopo la riesumazione; Di Emanuele Francesco, aviere, nativo di Canzano, muore in uno stalag di Berlino il 17 marzo 1944; Di Felice Mario, marinaio, nativo di Giulianova, viene catturato in Liguria e internato in Germania; Di Giovanni Pasquale, fante, nativo di Teramo, verrà catturato in Grecia; Di Ilio Ernesto, marinaio, nativo di Giulianova; Di Pietro Altobrando, autiere, nativo di Canzano, catturato in Albania finirà nello stalag IV-F in Sassonia fino al marzo 1945 quando arrivano le truppe americane; Falone Venanzio, artigliere, nativo di Mosciano Sant’Angelo, la nipote Sara Marranconi sta ricostruendo la sua vita militare; Feliziani Edmondo, sergente di fanteria, nativo di Giulianova, disperso il 31 ottobre 1944 nel campo di Bor in Serbia, alla sua memoria il nipote Flaviano ha realizzato un targa marmorea all’interno del cimitero di Giulianova che verrà scoperta il prossimo 24 giugno; Garzarelli Francesco detto Ciccillo, maresciallo di marina, nativo di Giulianova, dopo 72 anni è stata trovata una sua lettera originale della prigionia da un collezionista filatelico siciliano; Gramantieri Enio, fante, nativo di Alfonsine (Ravenna), la figlia da Roseto degli Abruzzi si sta occupando della ricostruzione storica; Ianni Umberto, fante, nativo di Mosciano Sant’Angelo; Lelii Antonio, aviere scelto, nativo di Nereto; Piozzi Antonio, Sottotenente di fanteria, nativo di Nereto, ufficiale del 17° fanteria della Acqui, verrà fucilato dai tedeschi ad Argostoli sull’isola di Cefalonia il 24 settembre 1943. Il suo nome compare in tantissimi libri di storia sui fatti dell’8 settembre a Cefalonia, a Nereto esiste una via dedicata, ma manca il riconoscimento di una medaglia al Valor Militare; Riccioni Vincenzo, fante, nativo di Fano Adriano, muore ad Hannover il 9 aprile 1944; Risoluti Giuseppe, artigliere, nativo di Fano Adriano; Sbei Luigi, artigliere, nativo di Colonnella ma residente all’epoca dei fatti a Giulianova, disperso sull’isola di Corfù dopo l’8 settembre, il suo caso rientra nell’ambito della rappresaglia dei tedeschi su Cefalonia. Il nipote, Delfino Sbei, ha condotto delle importanti ricerche sulla sua storia.
L’iniziativa è stata il frutto di un attento percorso di ricerca portato avanti negli anni dal giornalista e ricercatore storico sugli IMI – Internati Militari Italiani, Walter De Berardinis, il quale, documenti alla mano, ha saputo ricostruire con attenzione certosina le vicende dei cittadini cui è stata conferita l’alta onorificenza, dando ai familiari delle ulteriori notizie e informazioni relative ai propri cari, con ciò aprendo un dialogo di memoria tra i discendenti di chi, con il proprio sacrificio, ha dato un enorme contribuito umano e ideale all’Italia. Oltre agli archivi privati familiari, per il ricercatore storico De Berardinis, è stato fondamentale incrociare i dati con: il portale dell’ANRP; Arolsen Archives – centro internazionale tedesco sulla persecuzione nazista e l’Archivio di Stato di Teramo diretto da Ottavio Di Stanislao, quest’ultimo detiene i fogli matricolari dell’ex distretto militare di Teramo. “Queste sono giornate memorabili per la storia degli IMI teramani – spiega De Berardinis – erano anni che non venivano insigniti così tanti ex internati alla memoria, con il 2 giugno siamo saliti a 36 medaglie d’onore solo nel 2022”.