TERAMO – Il Sindaco di Pietracamela, Antonio Villani, non parteciperà alla riunione della Gran Sasso Teramano, né delegherà nessuno in rappresentanza del Comune. Le ragioni in una lunga, dura lettera indirizzata al Presidente della Provincia e ai soci della GST, in cui esprime le ragioni del suo dissenso che trovano luogo nelle “reiterate invettive del Presidente Di Bonaventura lanciate a mezzo stampa alla comunità che rappresento”, ha ribadito Villani questa mattina in una conferenza stampa tenuta con il Sindaco di Fano Adriano, Luigi Servi e i rappresentanti delle due Asbuc, Intermesoli e Pietracamela. “Le cose si risolvono nelle sedi istituzionali – ha aggiunto – e sono le comunità ad essere ostaggio di 3-4 persone, ma che non sono a Pietracamela, bensì tra il capoluogo e la costa”. Gli impianti di Prati di Tivo, intanto, restano chiusi tra le polemiche con chiaro nocumento per l’economia del territorio con strutture e alberghi chiusi. Il Sindaco Villani, nella sua lettera, ripercorre tutte le tappe della vicenda, secondo l’hashtag #ristabiliamolaverità: “Le concessioni sui terreni sono state date e il dott. Di Natale (liquidatore della Gran Sasso Teramano S.p.A., ndr) affermò tempo addietro che gli impianti fossero pronti per funzionare, ma ad oggi sono chiusi. La GST deve completare la liquidazione che è diventata una barzelletta che va avanti dal 2016. Si stabilisca un gestore attraverso un bando, visto che quello individuato in Marco Finori (titolare della Marco Finori srl, ndr) non ha ancora ufficialità e non è stato capace di gestire l’impianto. Si azzeri il bando e si trovi un investitore che abbia un progetto”. E investitori ci sarebbero già, afferma il Sindaco Villani, “ma potremmo anche gestirli in proprio, visto che gli altri non sono capaci”.

Quanto alla sistemazione dei sistemi antivalanga O’bellx, comprati con i soldi del Masterplan per quasi due milioni di euro, “si sono rivelati un vero fallimento – afferma la guida alpina Pasquale Iannetti, a sostegno dell’iniziativa di Villani – perché devono essere utilizzati in maniera diversa, così non servono a nulla e si deve andare avanti con un Piano antivalanghe come si faceva negli anni ’70. E la manutenzione degli impianti di Prati di Tivo, su cui si segna un niente di fatto fino ad oggi, non consente la riapertura per problemi di sicurezza”.

 

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