Lo scorso 3 dicembre, in sede di conversione del DL fiscale in Senato, è stato approvato un emendamento (il n. 5118 – testo 2) che impone alle associazioni non profit, a partire dal 1° gennaio 2022, di essere assoggettate al regime IVA anche se non svolgono attività commerciali.

Sulla questione è intervenuto il Presidente del Centro Servizi per il Volontariato Casto Di Bonaventura: «La differenza tra le parole che si dicono e le azioni che si compiono è cosa nota ma ormai si sta superando ogni livello di sopportazione», scrive in un post pubblicato nella giornata di ieri, 8 dicembre, sulla Pagina Facebook del CSV Abruzzo. «Come dobbiamo interpretare questa decisione alla luce delle parole spese sulla funzione benefica che il volontariato e il Terzo Settore esercitano nella nostra società, spesso supplendo, a basso costo o addirittura gratis, alle inefficienze dello Stato? Come la mettiamo con le dichiarazioni sui media dei politici di ogni bandiera e soprattutto con le affermazioni e i riconoscimenti che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto e rivolge al mondo del volontariato in particolare?».

Di Bonaventura lancia quindi un appello al Parlamento, rivolgendosi in particolare agli eletti in Abruzzo: «Carissimi parlamentari, in particolare a voi che siete stati eletti nella nostra regione, non vi sembra che si debba dare un cenno di coerenza tra le parole e le azioni? Siccome sono certo che siete d’accordo con me, perché non iniziare da questa battaglia di verità e giustizia mantenendo l’esclusione dal regime IVA e non quello di esenzione previsto nell’emendamento approvato? Questo, apparentemente innocuo, cambio di terminologia imporrebbe adempimenti tecnico-burocratici che hanno costi, spesso assolutamente insopportabili per le piccole realtà non profit. Sono certo che agirete per rimediare a quanto fatto, sperando che la prossima volta non ci si debba affidare a ricuciture del momento, ma ci si confronti prima di scrivere norme penalizzanti per chi cerca di costruire una società solidale e sussidiaria».

Non si è fatta attendere la risposta della deputata Stefania Pezzopane, che ha risposto al post su Facebook dichiarando di essersi messa al lavoro sulla questione. L’augurio è che altri possano seguirla affinché la Camera possa intervenire per rimediare a ciò che consideriamo un errore.