TERAMO – Un’ora caratterizzata da tanti sorrisi e allegria, nell’incontro organizzato in piattaforma dalla Scuola Calcio biancorossa “Gioventù Teramo 1913” con il calciatore biancorosso Bombagi.
Tante le curiosità venute fuori dai piccoli fan del Diavolo, leggiamone alcune, con le risposte del “Bomba”!

Dove hai frequentato la Scuola Calcio? Ad Alghero e ho mantenuto diversi legami. Ricordo che la Scuola Calcio chiuse i battenti ed i genitori, tra cui mio padre, conseguentemente fondarono lo Sporting Alghero, con cui feci i primi calci. Il campo da gioco nacque all’interno di una vecchia palestra in un piazzale sterrato.
Quanti legni hai preso in carriera? L’anno scorso sette, quest’anno uno in Coppa.
Il gol più bello segnato per il Teramo? Con la Cavese l’anno passato e con il Bari in questa stagione. Adoro segnare su azione, c’è un maggior coinvolgimento emotivo.
Quanti palleggi fai per migliorare? Da piccolino sfidavo anche mia madre e piangevo quando perdevo. Non ho mai sopportato l’idea della sconfitta.
Ti diletti con le rovesciate? Mi vengono meglio in spiaggia, peccato non le abbiano mai filmate.
In che modo ti sei esercitato per avere un tiro così potente? Non mi sono mai allenato specificatamente, è una dote naturale che mi ha sempre contraddistinto.
Quante magliette hai regalato ai tifosi teramani? Una trentina, infatti me ne è rimasta solo una. Quest’anno che ho preso la “10” poi, me ne chiedono una al giorno!
Il miglior posto in cui ti sei trovato? Sardegna a parte che rimane la mia terra, direi Teramo, perché davvero non mi sono mai sentito a casa come da queste parti.
Preferisci tirare i rigori o le punizioni? Visti i risultati (2 rigori sbagliati a Teramo) propendo per i calci piazzati: lì mi libero di tutti i pensieri e se la palla supera la barriera, sono sicuro di segnare. Per il momento sta funzionando.
Quanti gol hai segnato in carriera? Mi pare 45 circa, ma considerate che prima giocavo più arretrato. Ricordo che negli Allievi ne segnai 42 in una sola annata, ma la Torres fallì: sostenni allora un provino con il Tempio in D, ma non li convinsi. Ero demoralizzato, allora mia madre chiamò decine di segreterie di club sportivi direttamente dall’album delle figurine Panini e la ricerca ebbe un lieto fine: mi prese la Fiorentina!
Qual è il tuo idolo? Sono un patito di CR7 e Ibra, mi piace chi lavora tanto per migliorarsi pur essendo già una macchina da guerra.
Il calcio è l’unico sport che ti è piaciuto? Da sempre! Pensate che da piccolino arrivavo all’allenamento già sudato perché avevo già giocato per due ore abbondanti.
Ti è mai venuto l’istinto di ripensarci? Non da piccolino, ma forse a Pisa quando avevo 17 anni: ero al primo anno fuori casa, era tutto nuovo e complicato. Mia madre mi convinse e la spinta decisiva a rimanere arrivò dall’allora Ds del Pisa Petrachi che mi comunicò, dopo Natale, che sarei stato aggregato in prima squadra.
L’allenatore più importante per te? Tutti mi hanno migliorato in qualcosa, anche chi inizialmente non mi faceva giocare.
Come ti trovi con mister Paci? Molto bene, perché è diretto, sempre, senza troppi giri di parole, nel bene e nel male.
Hai pensato ad un post-carriera? Mi piacerebbe lavorare nel settore giovanile, adoro stare a contatto con i più piccoli, anche se ultimamente mi sto interessando anche alla figura dell’allenatore.

Al termine dell’incontro, la promessa del “Bomba”: quando potranno riprendere gli allenamenti della “Gioventù Teramo 1913”, presenzierà attivamente insieme ai tanti giovanissimi della Scuola Calcio biancorossa, per divertirsi ancora con loro, ma questa volta su un rettangolo verde! – Ufficio Stampa