SABATO 3 SETTEMBRE a Giulianova, in Piazza BELVEDERE, dalle 21:00 grande serata di festeggiamenti per il 140esimo dalla fondazione della Bottega artigianale Abruzzese “Giuseppe Ianni & Figli”  fabbrica di fisarmoniche diatoniche  , in Abruzzo meglio nota come organetto. Diffusa in tutto il mondo, in particolar modo nelle tradizioni popolari è uno strumento aerofono (il cui suono è generato da un flusso d’aria) a mantice,  fornita di bottoni che suona contemporaneamente la melodia  e l’accompagnamento e può essere definito il padre della fisarmonica essendole precedente.

L’antenato della fisarmonica fu lo «tcheng», un antichissimo strumento cinese risalente addirittura a 4500 anni fa, sopravvissuto nei millenni (una copia è custodita nel museo di Castelfidardo).
Fu lo «tcheng» ad utilizzare per primo l’ancia libera, principio sul quale si basa anche la fisarmonica, che sfrutta l’ancia oscillante e sonora (una linguetta di metallo speciale che vibra e sonorizza), per flusso d’aria fornito dal «cuore» dello strumento: il mantice.
Ma il fondamentale rimaneggiamento doveva avvenire proprio in Italia per una di quelle fatalità che danno luogo, quando vanno bene, a dei veri e propri miracoli. Ma la fisarmonica diatonica nasce a Vienna nel 1829 per opera di Cyrill Demian, costruttore di organi e pianoforti  e si diffonde in  Europa  dopo il 1830. Una “leggenda” narra di un pellegrino austriaco che di ritorno dal santuario di Loreto chiese ospitalità per la notte presso il casolare di Antonio Soprani, nelle campagne di Castelfidardo. Il pellegrino aveva con se una “scatola musicale” che muove la curiosità di Paolo Soprani, figlio maggiore di Antonio. Il giovane Paolo scompone lo strumento, studia il funzionamento intuendone subito la possibilità di costruirne altri. Di li a poco sarebbe nata l’Industria Italiana della Fisarmonica. Così Verso la metà dell’  ottocento la cittadina di  Castelfidardo  diventa il centro propulsivo e produttivo italiano, fino a quando nel  900occuperà un ruolo di assoluto rilievo internazionale.  Ma anche in Abruzzo la ditta artigianale Ianni comincia ad imporsi per la qualità dei suoi prodotti musicali che hanno un suono diverso e particolare. Presente inizialmente in ambiente colto, la fisarmonica si diffonde grazie alla praticità, al suono melodioso e alla possibilità di essere uno strumento completo dal punto di vista musicale, permettendo di suonare senza la presenza di altri strumenti. In Italia l’organetto inizia a diffondersi verso la metà del XIX secolo. La maggior parte della produzione viene collocata senza dubbio nel territorio italiano in quanto dati statistici ufficiali sanciscono che nel 1907 solamente 690 esemplari vengono esportati . Perché allora nel 1913 c’è un enorme balzo nell’export. La ragione fondamentale sta nel ruolo determinante giocato dalla emigrazione di valentissimi artigiani, operai e musicisti che con il loro oscuro lavoro son riusciti ad imporre il prodotto, qualitativamente ed esteticamente migliore nei confronti della concorrenza tedesca, russa, cecoslovacca e francese in importantissimi mercati quali gli Stati Uniti, Canada e sud America.
In Italia è diffuso soprattutto nel centro-sud, e in Abruzzo grazie alla ditta Ianni di Giulianova infatti l’organetto diventa  lo strumento protagonista nelle numerose rassegne dove i musicisti di ogni età si esibiscono e si sfidano in piazza con brani virtuosi e melodici di musica moderna o popolare, riscuotendo sempre approvazione da parte di un pubblico differenziato. Inoltre, lo strumento trova quasi sempre impiego nelle numerosissime orchestre da ballo attraverso un repertorio virtuoso e popolare. La rapida diffusione dello strumento, sia in Europa che in America, procede di pari passo con la sua evoluzione tecnica, con continue

Tra i vari tipi di organetto, quelli più utilizzati nella musica tradizionale italiana sono l’organetto a due bassi e l’organetto a otto bassi, pur essendo diffusi anche i tipi a quattro e dodici bassi. L’organetto a due bassi, detto anche “Organetto Abruzzese”, è conosciuto soprattutto nel Meridione, col simpatico nome di “Ddu’ Bbotte”, che con ogni probabilità sta proprio a significare due bassi; il termine comunque riporta anche all’azione del chiudere ed aprire del mantice, messa in atto, appunto con due colpi netti, due botte ( ddu’ bbotte) vigorosamente impresse dal suonatore sul piccolo e variopinto strumento. L’Organetto Abruzzese, grazie al suo suono brillante e schietto, trasmette a chi lo ascolta gioia e aria di festa.
Nel secolo passato era considerato un simbolo del folklore regionale e della cultura contadina. Ad ogni festa nei campi o in paese esso risuonava armonioso e le genti si liberavano, dopo una vendemmia o una mietitura, nel caratteristico Saltarello. Oggi lo strumento è stato riscoperto e rivisitato e lo possiamo trovare in manifestazioni culturali o nelle sale da ballo accompagnato da un’orchestra mentre suona dei classici del repertorio liscio Grazie ad un recupero culturale operato da molti (ingresso dello strumento in alcuni Conservatori Italiani, realizzazione di fisarmoniche  che alcuni operatori producono con grande maestria, con una maggiore attenzione alla letteratura musicale, con l’abbandono dell’idea che la fisa non è “strumento solista”, con nuovi punti di riferimento artistici- Richard Galliano e Marc Perrone in Francia, Gianni Coscia in Italia, Peter Soave in Usa e tanti altri) si è creati una nicchia anche commerciale che dobbiamo tentare di valorizzare al massimo. Le  aziende che operano nel territorio italiano avranno un futuro se riusciranno  a leggere attentamente i tempi che stiamo vivendo.