PESCARA – Marsilio oggi ha annunciato che non può non rispondere all’adunata in piazza lanciata dalla Meloni contro il Conte bis e in nome della sovranità del popolo e dell’esigenza di un governo “coeso”. Intanto suggerirei di mobilitarsi in nome degli interessi degli abruzzesi e non per conto del partito che lo ha artificialmente “calato” in Abruzzo. Mi chiedo infatti quale sia per il Presidente l’urgenza di questa mobilitazione, oltre a quella di spendere un po’ di tempo in più nella sua città, visto che durante i 14 mesi di vita del governo precedente, pur non essendo stata sbloccata alcuna emergenza per l’Abruzzo, non ha mai avvertito la necessità di scendere in piazza come ora. Né è riuscito a mobilitarsi in questi primi sei mesi di governo alla guida della Regione Abruzzo, per affermare da presidente, quel potere che proprio la sovranità del popolo gli ha messo nelle mani. Per non parlare della coesione che invoca, lui che si è ritrovato la maggioranza spaccata per le nomine a solo pochi mesi dalla sua elezione e che non riesce a firmare da mesi neanche i contratti ai nuovi direttori delle Asl.
Resta dunque difficile immaginare come pensi di affrontare concretamente problemi e aspettative degli abruzzesi che lo hanno eletto, protestando contro un governo che non è ancora nato e di cui non si conosce la composizione. E mentre lui è pronto a correre a Roma, qui da noi la sanità resta ferma, le principali iniziative legislative restano al palo, anzi, tornano al mittente perché sono fatte male, i trasporti, le infrastrutture, l’agricoltura, hanno tempi lunghi e farraginosi anche sulle procedure e risorse avviate e stanziate da chi lo ha preceduto, per non parlare della triste inerzia dell’esecutivo sulle vertenze che hanno portato alla perdita di migliaia di posti di lavoro.
Niente, nessuna soluzione: nessuna idea per la terra di cui in campagna elettorale ha detto di sentirsi di nuovo parte, ma da cui appena può fugge per tornare da dove è venuto.
Il capogruppo Pd in Consiglio Regionale
Silvio Paolucci