TERAMO – Il carrozzone del calcio-business riparte senza pubblico. Troppo ghiotti gli interessi che girano intorno ad esso, troppo poco importanti i valori che, per coloro che lo gestiscono, hanno reso questo sport, un tempo popolare, il più bello del mondo.

Dopo anni passati a lottare contro questo sistema che ha avuto il solo ed unico scopo di trasformare il tifoso in mero cliente, prendiamo atto che, neanche di fronte ad una pandemia, questi “signori del vapore” abbiano perso l’occasione per accelerare tale progetto.

Sarebbe un’offesa per la nostra intelligenza pretendere da tali soggetti qualsivoglia forma di rispetto per la tragedia che nei mesi scorsi ha travolto l’Italia ed il mondo intero. Per questa gente, l’unica cosa che conta è il loro tornaconto economico e personale.

Per quanto ci riguarda, il calcio, così come lo intendono questi “personaggi” e per come vorrebbero obbligarci a viverlo, è morto, ma la nostra passione no.

Una passione fatta anche di convinzioni, legata indissolubilmente ai magici colori per la nostra maglia per la quale pretendiamo sudore, impegno e rispetto, sempre.

Per questi motivi, pur consapevoli che il nostro Diavolo si appresta ad affrontare un altro importante appuntamento della sua storia ultracentenaria, non possiamo che ribadire la nostra totale estraneità alla situazione attuale e la ferma contrarietà alla ripresa-farsa di questo campionato che, aldilà di qualsiasi risultato, per noi è già finito. – SEDICI GRADONI –