TERAMO – Non la migliore prestazione del Teramo, anzi, ma proprio per questo i tre punti di Pagani sono oro colato, senza nulla togliere alla squadra di casa che era priva di una miriade di atleti e dell’intero parco attaccanti. Sarebbe stato più giusto il pari, evidentemente, ma come ci può stare che stasera non si sia visto all’opera il miglior Teramo, ci può stare altrettanto che, alla fine, al minuto novanta, peschi il goal della vittoria, in mischia, nato pure da una spinta di Piacentini ad un avversario, sfuggita, almeno, alla terna arbitrale.

Paci ha mandato inizialmente in campo Di Francesco per Santoro con altri compiti tattici, ovviamente. Ha lasciato quindi Diakite centrale e la difesa invariata. In pratica un 3-1-5-1 in fase di possesso che diventava 4-5-1 in fase di non possesso, grazie alla duttilità di Ilari, soprattutto, autore, peraltro, della doppietta vincente, la prima da quando veste la maglia biancorossa, non sapendo se e quante altre ne abbia realizzate in carriera (a fine gara scopriremo che è la prima in assoluto da professionista – ndr)

Primo tempo non esaltante, anzi bruttino, che si apre con un’ammonizione dopo trenta secondi ad Arrigoni per gioco scorretto e che poi fa correre un brivido sulla schiena dei tifosi del Teramo quando, dopo 5 minuti, una punizione di Scarpa (intramontabile il 41enne – ndr) pesca Onescu che gira male in area, da buona posizione. Sarà l’unico spunto dei padroni di casa. Non che il Teramo abbia costruito chissà cosa, ma il goal lo ha trovato comunque su una combinazione tra Lasik e Di Francesco sulla destra: sul cross di quest’ultimo Ilari, in piena area, gira di testa alla destra di un quasi immobile Bovenzi, all’esordio (classe 2002). La prima frazione di gioco viene caratterizzata da tanti errori di misura, anche negli appoggi, ma con una disarmante tranquillità biancorossa, comunque, nel tenere il risultato: Lewandowski, di fatto, non è mai intervenuto.

Nella ripresa il Teramo non muta il proprio clichè, pur inserendo Bunino per Di Francesco, passando al 4-4-2. E’ la squadra di casa che ci prova di più, senza costrutto, anche se basta per pareggiare. E’ il decimo minuto quando un cross di Onescu pesca in area, tra due difensori, il giovanissimo Guadagni (2001) che gira di testa a botta sicura: Lewandowski compie il mezzo miracolo ma la palla torna sui piedi dell’attaccante che la butta nel sacco, per l’inaspettato ma non scandaloso pareggio.

Paci prova a rivedere il rivedibile e mette dentro Birligea per un nervoso Cappa (perchè? – ndr), ammonito poco prima. Non riesce a creare palle goals, il Teramo, anzi l’unico tentativo di una certa concretezza è di Gaeta, di testa, al minuto 18, terminato fuori. Al 36° si registra un bello spunto di Bunino sulla fascia sinistra che non trova sbocchi in area e quando sembra che sia finita in parità, Birligea si guadagna una punizione (con ammonizione a Bramati – ndr) sul vertice destro dell’area di rigore. Dalla battuta di Arrigoni ne vien fuori una mischia: si vede Piacentini spingere un avversario a pochi metri dalla linea di porta con la palla che rimane lì e con Ilari che, più sveglio di tutti, di esterno sinistro, anche in maniera sporca, la butta dentro per il goal partita.

Euforia a mille tra i biancorossi, in campo e fuori: la cosa andrà poco bene a Scarpa che a fine gara avrà qualcosa da ridire a Paci e alla panchina ma, sinceramente, questo interessa meno.

La vittoria, invece, conta tanto. Tantissimo.