TERAMO – La legge di bilancio 2023 per i settori della conoscenza è un provvedimento deludente che conferma le scelte di disinvestimento fatte da tanti anni da governi di tutti i colori, in uno dei settori cardine per lo sviluppo sociale ed economico del Paese. Alla scuola statale, nonostante le tante promesse, sono riservate meno che briciole e si realizzano ancora tagli sia agli istituti che al personale. Infatti a fronte di misure minimali e parziali, quali 150 milioni di euro da destinare al personale scolastico o il ripristino del taglio di 126 milioni di euro per il funzionamento scolastico, non c’è nient’altro.

Il provvedimento riguarda l’ennesimo dimensionamento della rete delle scuole: si prevede una nuova ondata di accorpamenti fra istituti che potrà portare alla scomparsa, già nei prossimi due anni, di oltre 700 unità scolastiche abbattendosi soprattutto nelle regioni del Sud.  Si riducono così i posti di organico di oltre 1400 dirigenti scolastici e DSGA. Riduzione destinata ad aumentare inesorabilmente fino all’anno scolastico 2031/2032 quando le autonomie scolastiche passeranno dalle attuali 8.136 a 6.885.
Per la provincia di Teramo  questo significa la soppressione di almeno 8 istituzioni scolastiche! Dunque meno dirigenti e meno DSGA.

Eppure la legge di Bilancio 2022 aveva sancito che “Si estende anche agli aa. ss. 2022/23 e 2023/24 la norma che prevede la riduzione da 600 a 500 del numero minimo di alunni per l’assegnazione alla scuola della dirigenza scolastica e del DSGA”(Art. 1, comma 343). Una legge che impegnava alla revisione dei parametri per l’attribuzione della dirigenza scolastica. Peraltro, si tratta di un percorso previsto anche nel PNRR al punto 3.1, Riforma dell’organizzazione del sistema scolastico, dove si prevede un intervento sulla riduzione del numero degli alunni per classe e sul dimensionamento della rete scolastica. Invece continua la riduzione del numero di istituzioni scolastiche.

Lungo è l’elenco di quello che non c’è: nel ddl manca l’ampliamento del tempo scuola (il tempo pieno alla primaria, il tempo prolungato alla secondaria di primo grado, la didattica laboratoriale della secondaria di secondo grado); manca un rafforzamento del personale ATA che era stato potenziato nel periodo della pandemia e che da tempo  registra una paurosa carenza mai più colmata; manca un impegno serio sulle assunzioni dell’organico di sostegno agli alunni con disabilità.

In questo scenario la legge di bilancio non dimentica tuttavia le scuole private che, nonostante coprano il 10% dell’offerta formativa, comunque ricevono un finanziamento di circa 70 milioni di euro. C’è, inoltre, un silenzio assoluto sulle risorse del nuovo contratto 2022-2024: si pensa così di proseguire con l’abitudine di stanziare le risorse a triennio scaduto, sicura modalità per indebolire ulteriormente il potere di acquisto del personale del comparto scuola.

In questa situazione non possiamo che preannunciare forti azioni di mobilitazione non escludendo nessuno degli strumenti a disposizione per far valere il diritto ad una scuola pubblica di qualità.

FLC CGIL TERAMO