TERAMO – Armando Creziato, pescarese puro sangue, classe 1913 (era nato il 7 agosto) esordì nella Gran Sasso Teramo, finalmente con i colori biancorossi, domenica 2 novembre 1930 (nel campionato di seconda Divisione Marche-Umbria-Abruzzo) contro la Fermana, battuta 3-0 al “Comunale”.

La squadra affidata dal presidente on. Vincenzo Savini alla guida del colonnello Raoul Brandt, non era male, basata sulle conferme di alcuni elementi che nella stagione precedente avevano militato nell’A.S. Teramo, poi disciolta. Contro i marchigiani di Fermo, Creziato, appena 17enne, figurò bene, con il numero sette sulla schiena. Il suo era un ruolo impegnativo, perché Brandt riteneva che l’attacco fosse il reparto più difficile fa formare, ma c’erano infinite discussioni su come dovessero funzionare gli attaccanti nei loro diversi ruoli. All’epoca si riteneva che le ali dovessero essere solo di ausilio al centravanti e servire come corridoi di passaggi al centro e, quando il gioco si spostava da un lato, destro o sinistro, ci doveva essere un accordo perfetto tra ala e mezzala. Se un solo uomo non era in giornata, faceva venir meno l’efficienza di tutta la linea attaccante e a rimediare al guaio non giovava spostare il gioco sul lato più saldo.

Il punto di forza di Creziato era che era sempre in giornata e non aveva mai cali di rendimento e di prestazione. Nella prima giornata di campionato ala destra era stato Osvaldo Taffoni, che contro la Fermana venne spostato all’ala sinistra al posto del minuscolo Narducci. Che a sua volta contro la Fermana fu schierato al centro dell’attacco e si mise in maggiore evidenza nonostante la sua limitata, anzi assai scarsa prestanza fisica. Ma quelli erano tempi di marcature ad uomo e il centravanti toccava al centromediano avversario marcarlo e quello fermano, grosso come un armadio, soffrì molto le serpentine sguscianti di Narducci. Ma, a conferma delle tesi tattiche di Brandt, la vittoria venne grazia ad una doppietta del centravanti teramano Di Matteo (quell’anno autore di 9 reti in 9 partite), al quale finivano tutti passaggi delle ali, salvo nell’azione in cui Taffoni da ala sinistra tirò in porta segnando la seconda rete invece di passarla al centro.

In quella stagione Creziato collezionò solo 6 presenze ed 1 rete, realizzata alla quarta del girone di ritorno, domenica 15 febbraio 1931, contro il Foligno B, superato per 4-1 al “Comunale”. La vittoria diede ai teramani il momentaneo primo posto in classifica.
Armando Creziato tornò a giocare nel Teramo nella stagione 1939-40, in serie C. Era cresciuto fisicamente e tecnicamente, aveva ora 26 anni e aveva giocato tre ottime stagioni nel Pescara, dal 1932 al 1935, collezionando 19 presenze e 5 reti, poi aveva giocato altre tre stagioni nel Foggia, collezionando 66 partite e 18 reti. Insomma, era ormai un calciatore pienamente affermato

Gli orientamenti tattici erano mutati e il mister Giobatta Rebuffo (il futuro scopritore di Mazzola e Loik) lo schierò mezzala sinistra, con il non ancora mitico numero 10 sulla schiena, proprio contro il Pescara, alla quarta del girone di andata, domenica 15 ottobre 1939. Fu proprio lui a fornire a Lanciaprima il goal della vittoria esterna contro la sua ex squadra al 20’ della ripresa. Non confermato nelle partite successive, Armando seppe riconquistarsi il posto da titolare domenica 9 dicembre 1939 in campo esterno, nel derby con il Giulianova, ma ad un quarto d’ora dal termine un grave infortunio subito dal portiere Calò (una frattura della scatola cranica che lo terrà lontano per lungo temo dai campi di gioco) fu scelto lui, Creziato, a sostituirlo tra i pali.

Il Teramo ridotto in dieci era sotto di due reti, ma le sue parate evitarono il terzo goal dei giuliesi e i teramani in un quarto d’ora raggiunsero il 2-2, grazie ad un goal di Zecchi al 32’ e uno di Lanciaprima al 38’. Inutile dire che Creziato venne portato sugli scudi dai tifosi teramani, che scoprirono in lui non solo un grande attaccante, ma anche un valido portiere. Ma non si scordò di essere un attaccante e in quella stagione collezionò 9 reti in 19 partite e in quella successiva, 1940-41, sempre in serie C, ne segno ancora 9 in 27 partite, portando il suo bottino complessivo nel Teramo a 19 reti in 52 partite. Quest’ultima fu la stagione della B mancata di un soffio: il Teramo terminò al terzo posto, a 43 punti, superato di un solo punto dal duo Pescara-Ravenna.

Nel campionato successivo, Armando Creziato tornò nel Pescara, restandovi fino al 1945 (8 goal in 48 partite). Giocatore del Cosenza nel 1945-46, fu calciatore e allenatore nell’Acireale nella stagione 1947-1948, conquistando un quarto posto in classifica nel girone T del campionato di Serie C, guadagnandosi la riconferma in panchina anche per la stagione 1948-1949, nella quale a campionato in corso (il 12 dicembre 1948) venne esonerato e sostituito da Federico Munerati. Nella stagione 1950-1951 vinse il campionato abruzzese di Prima Divisione con il Giulianova. Il 25 maggio 1951 venne richiamato dall’Acireale, sulla cui panchina rimase per le ultime partite della stagione, non riuscendo ad impedire la retrocessione in Promozione. Allenò nuovamente la formazione granata nella stagione 1952-1953, nella quale concluse il campionato di IV Serie con una retrocessione in Promozione.

Di Armando Creziato, i tifosi teramani si ricordarono a lungo, ma soprattutto ricordarono quella domenica in cui, cambiatasi la maglia numero 10 con quella numero 1 e indossati i guantoni da portiere, con le sue parate evitò a Giulianova la terza rete dei giallorossi locali e poi guidò la riscossa dei suoi, ridotti in dieci, fino alla conquista del 2-2 nell’ultimo quarto d’ora della partita.