TERAMO – Cercando di dare una risposta alle aspettative della tifoseria teramana, abbiamo consultato Google, chiedendo:  “L’inadempienza di una obbligazione per comprovata causa di forza maggiore può essere motivo di ricorso?“. I punti essenziali delle risposte al quesito, si incentrano sulla straordinarietà e sull’imprevedibilità.

  • Straordinarietà – Il requisito, seconda la Suprema Corte, ha carattere obiettivo, nel senso che deve trattarsi di un evento anomalo, misurabile e quantificabile sulla base di elementi quali la sua intensità e dimensione.
  • Imprevedibilità – ha una natura soggettiva, in quanto riguarda la capacità conoscitiva e la diligenza della parte contraente. La valutazione di tale caratteristica deve avvenire, però, in modo totalmente obiettivo, prendendo a modello il comportamento di una persona media, che versi nelle stesse condizioni.

Siamo andati oltre: “Quando il debitore non è responsabile dell’inadempimento?

  • Il debitore non è responsabile se si è comportato con diligenza (art. 1176) e di conseguenza, per essere sollevato da responsabilità deve solo provare di essere stato diligente. Quindi la mancanza di responsabilità sottintende la mancanza di colpa.

E’ molto probabile che la linea difensiva dell’avv. Cesare Di Cintio tenderà proprio a dimostrare al Tar Lazio, nella giornata di martedì, che il Teramo è stato diligente, perché ha fatto fronte a tutto quello che poteva al 22 giugno (data di scadenza della domanda di iscrizione – ndr -) e, dopo essere stato “liberato”, ha chiesto al Tribunale di Roma, più e più volte, di svincolare le somme occorrenti, manifestando apertamente la volontà successiva di voler adempiere.

Basterà? Secondo logica potrebbe.