ROMA – “Da settimane assistiamo ad un continuo e davvero ingiusto attacco rivolto ai Navigator da parte di stampa, tv e partiti di opposizione. Un attacco strumentale che ha come unico scopo colpire il M5S che da sempre si batte per i più deboli e quindi anche per realizzare una misura di giustizia sociale come il Reddito di Cittadinanza”. Ad affermarlo è l’On. Valentina Corneli che precisa “La situazione dei Navigator è diversa da regione a regione, in alcune sono partiti tardissimo in quanto osteggiati dalle regioni stesse che purtroppo hanno la competenza per i Centri per l’impiego dove i Navigator prestano la loro opera, coadiuvando gli operatori per tutto ciò che riguarda il RdC”.

“Basti pensare che in Abruzzo – spiega Corneli – abbiamo 54 Navigator per circa 22 mila percettori, per cui mai i Centri per l’Impiego avrebbero potuto fare a meno del loro supporto. Quindi è falso affermare che sono inutili, così come è falso affermare che da quando sono stati assunti nel luglio del 2019 non hanno fatto nulla, o che si sono perse le loro tracce, poiché ogni mese tutti i Navigator devono rendicontare la propria attività ad Anpal Servizi”.

“In Abruzzo già da settembre 2019 i Navigator hanno iniziato a convocare i percettori del RdC per valutarne punti di forza e debolezze e verificare eventuali cause di esclusione o esonero dagli obblighi, come previsto dalla Legge. Al lavoro quotidiano hanno affiancato una formazione specialistica sul RdC e sul mondo del lavoro, sia in presenza che a distanza. Non è certo colpa loro – precisa la parlamentare – se dopo pochi mesi dall’inizio della loro attività sul mondo si è abbattuta una sciagura di portata epocale. Così da marzo, a causa del Covid e del lockdown, anche i CPI come tutti gli uffici pubblici o privati, sono stati chiusi al pubblico, ma i Navigator hanno lavorato in smart working continuando a contattare i percettori per verificare le azioni da realizzare. Nonostante la crisi economica peggiore della storia e quindi le obiettive difficoltà, loro continuano ad impegnarsi per non lasciare soli i percettori del reddito, persone ?invisibili? fino all’altro ieri”.

“Il RdC esisteva in tutti i paesi civili e in Europa mancava solo in Italia e in Grecia, quindi noi eravamo un ventennio dietro gli altri paesi. In Germania ci erano voluti 11 anni per portare a regime una misura identica al nostro RdC. Noi abbiamo dovuto affrontare molte resistenze, anche “culturali”, abbiamo dovuto istituire un sistema di controlli che non c’era mai stato (penso ad esempio alle pensioni di invalidità), poi il primo Governo Conte è stato boicottato e fatto cadere, e infine abbiamo addirittura dovuto affrontare una pandemia. Far ricadere le colpe di tutto ciò su dei ragazzi laureati a pieni voti, assunti con una selezione pubblica, ragazzi che hanno ereditato un Paese in macerie e che ce la stanno mettendo tutta, è francamente vergognoso. Che poi ad avere l’ardire di attaccarli – conclude la deputata 5S – siano politici vissuti per tutta la vita sulle spalle degli italiani, protagonisti di 30 anni di mala politica, ci dà la misura di quanto sia ancora lunga la strada del cambiamento in Italia”.