PESCARA – L’emergenza Covid-19 nelle residenze socio-assistenziali è cominciata da tempo nel nord Italia. Il 23 febbraio fu isolata la casa di riposo “Borromea” a Mediglia (MI), a causa dei primi casi di contagio all’interno, oggi in quella struttura si contano 61 decessi. Una situazione dilagata in tutto il nord Italia, prima, ed ora anche nel resto del Paese.  Nella “Residenza Anni Azzurri” di Lambrate (MI), sono deceduti nei giorni scorsi 23 ospiti, nella “Fondazione Santa Chiara” di Lodi i morti sono stati 38. Nel Cremonese si contano 21 deceduti su 70 pazienti di una RSA. A Messina i 28 anziani della Rsa “Come d’incanto” sono tutti positivi al Covid-19 e via dicendo in tutte le regioni man mano che da nord il contagio scende verso sud.

Nonostante tutti questi casi, il Gruppo di lavoro ISS (Istituto Superiore di Sanità) Prevenzione e controllo delle Infezioni ha emanato il Rapporto ISS COVID-19, n.4/ 2020 per la prevenzione e il controllo dell’infezione da SARS-COV-2 in strutture residenziali sociosanitarie solo il 16 marzo 2020 ovvero più di 20 giorni dopo l’isolamento della struttura di Mediglia avvenuta il 23 febbraio.

Osservando quanto accadeva in Lombardia, la Regione Abruzzo avrebbe avuto tutto il tempo per agire, ma così non è stato. Ricordiamo che i sistemi sanitari sono regionali. In Abruzzo la RSA M. Acerbo-De Pasquale di Loreto Aprutino (PE), a causa dei primi pazienti positivi, è stata isolata già il 4 marzo. Il 24 marzo d’urgenza la Regione ha dovuto inviare nuovo personale per garantire assistenza agli anziani in quarantena. Il 27 marzo la struttura è stata sgomberata, troppi i pazienti positivi. Ieri 29 marzo, all’interno dell’Istituto Sorelle della Misericordia di Verona, casa di riposo di Pescara, su un totale di 50 tamponi eseguiti, sono risultati 23 casi di positività al Covid-19 tra anziani, suore e operatori.

Vista la situazione, è davvero grave che il presidente Marsilio e la giunta di centrodestra abbiano impiegato 10 giorni per recepire le misure specifiche del Rapporto ISS COVID19 n.4/2020 del 16 marzo, emanando soltanto il 26 marzo l’ordinanza n.16 “Ulteriori misure urgenti per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019”, per le strutture socioassistenziali della Regione Abruzzo.
Un colpevole e drammatico ritardo sia nazionale che locale che come dimostra l’aggravarsi dei casi ha messo a rischio la vita di anziani, disabili e operatori socio-assistenziali delle strutture abruzzesi.

Le misure emanate solo il 16 marzo dall’Istituto Superiore di Sanità, e recepite in Abruzzo solo il 26 marzo prevedono per le strutture socio-assistenziali: l’attuazione di misure di prevenzione specifiche, il rafforzamento dei programmi di prevenzione con la nomina di un referente per ogni struttura, misure per l’immediata identificazione dei casi sospetti, formazione per il personale sanitario e di assistenza, sensibilizzazione di ospiti e visitatori, modalità di isolamento dei casi positivi, approvvigionamento di dispositivi di protezione specifici per tipologia di intervento, monitoraggio delle misure adottate e coordinamento con le Asl. Tutto questo ovviamente senza specificata ordinanza regionale è stato lasciato alla sensibilità e alla buona volontà di operatori e strutture, troppo poco!

Ci auguriamo che le misure ora adottate siano state tempestivamente comunicate alle strutture presenti in Abruzzo, e che le Asl e i Prefetti delle 4 province, come da ordinanza, in coordinamento con le forze dell’ordine, stiano provvedendo ai controlli a tappeto su tutta la regione per il rispetto delle disposizioni tardivamente emanate.

Ancora una volta le emergenze mettono in luce tutti i limiti del sistema di regionalizzazione e peggio ancora sarebbe con la cosiddetta autonomia differenziata. Inoltre è del tutto evidente l’inconsistenza o l’inefficacia del privato nella cura delle persone più deboli e della tutela dei lavoratori. Come abbiamo sempre detto occorre internalizzare i servizi sanitari e socio-assistenziali, basta profitto sulla salute e sull’assistenza dei più deboli. Basta ritardi e omissioni, ci avevano detto che la tutela dei più fragili era la priorità, fatti e date dimostrano il contrario.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale PRC-SE
Marco Fars, segretario regionale PRC-SE Abruzzo
Corrado Di Sante, segretario provinciale PRC-SE Pescara