L’AQUILA – – “Sui fondi per il riequilibrio dei bilanci dei centri colpiti dal sisma nel 2009 e le stabilizzazioni del personale precario del Comune dell’Aquila e dei due Uffici speciali, nonché l’accelerazione e la semplificazione delle procedure di ricostruzione pubblica e privata di tutti i territori abruzzesi colpiti dagli eventi sismici 2016/17, ci muoveremo all’unisono, con un pacchetto di emendamenti contenenti misure adeguate a soddisfare le esigenze di territori che meritano quell’attenzione e quel rispetto di cui l’onorevole Stefania Pezzopane sembra ricordarsi a fasi alterne”.

Lo dichiara il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, in risposta alle affermazioni dell’esponente del Pd sulla questione dei lavoratori dell’Usrc (Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere). “In vista della discussione dei prossimi decreti del Governo sono stati inviati a tutti i parlamentari, tra cui anche l’onorevole Pezzopane, proposte emendative per il superamento del precariato di tutti i lavoratori impegnati nella ricostruzione, Comune dell’Aquila, Usra e Usrc. Al contempo è necessario che il governo attribuisca risorse adeguate agli enti locali per compensare le maggiori spese e le minori entrate a causa del terremoto di undici anni fa.

È straordinario, peraltro, che l’onorevole del Pd si erga a paladina dei precari. – ricorda il presidente – L’unico provvedimento che ha consentito a donne e uomini, tanto dell’Aquila quanto del cratere, di avere certezza nel proprio futuro è quello promosso dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, approvato nel 2018 da un Governo di cui la Pezzopane non faceva parte, con cui il personale assunto a seguito del concorsone Ripam è stato inserito stabilmente all’interno delle dotazioni organiche dei comuni. Forse non lo ricorda, o forse è solo distratta, così come lo era quando non si è accorta che L’Aquila e le aree terremotate del 2009 erano state inspiegabilmente escluse dalla prima versione del “decreto sisma”, di cui era relatrice alla Camera.

Emendamenti, infatti, che erano già stati presentati in passato, da ultimo nel ‘decreto sisma’, su cui lei, in qualità di relatrice, ha dato parere contrario, conforme a quello del Governo, provvedendo così a farli bocciare e a votare contro. L’unico risultato che rivendica è il fumoso impegno con il Ministro per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, ad aprire un tavolo che nessuno ha mai apparecchiato e del quale nessuno conosce né l’esistenza, né l’esito, né le prospettive. Peraltro, se si sta parlando di ricostruzione nell’ambito dell’emergenza Coronavirus, sono stato io che, da solo e per primo, ho sollecitato il Governo e i parlamentari abruzzesi a presentare emendamenti in quanto nessuno lo aveva fatto o ci aveva pensato. Al decreto ‘Cura Italia’ alcuni parlamentari hanno raccolto l’invito del presidente a presentare emendamenti poi dichiarati inammissibili nel silenzio complice del Pd.

Nel passaggio alla Camera l’onorevole Pezzopane non ha neanche provato a ripresentare questi emendamenti per farli dichiarare ammissibili. Per un semplice errore nel corpus degli emendamenti trasmesso ai parlamentari sono stati inviati solo quelli relativi al Comune dell’Aquila e dell’Usra (Ufficio speciale per la città dell’Aquila).

Spiace che l’onorevole Pezzopane invece di contattare direttamente il Presidente o la sua segreteria per chiedere conto di questa mancanza abbia voluto come al solito strumentalizzare la situazione per fare propaganda e procedere ai suoi virulenti attacchi. Ci auguriamo che la stessa virulenza e tanta veemenza la sappia utilizzare in Parlamento per ottenere a favore della ricostruzione dei territori abruzzesi colpiti da eventi sismici e dei terremotati quei risultati che in sette anni di attività parlamentare non è stata capace di portare a casa, pur avendo vissuto questi sette anni quasi tutti, a parte la parentesi del governo Conte 1, in maggioranza e rappresentando la città simbolo della ricostruzione e del terremoto. Non mancavano argomenti, in questo decennio, per sostenere la necessità di tali interventi e convincere Governo e Parlamento a farlo. Se ora non basta nemmeno la pandemia e la terza catastrofe in un decennio per ottenere l’attenzione del Governo, verrebbe da chiedersi: se non ora, quando?”.