TERAMO – L’Associazione Culturale “Teramo Nostra” è lieta di ospitare nella sua sede, in Via Fedele Romani 1 a Teramo, venerdì prossimo 31 gennaio alle ore 17:00, la presentazione della monografia: Giancarlo Sciannella “Scultore di Archetipi”, a cura di Simone Battiato, edita da Silvana Editoriale.

L’opera è parte integrante della mostra omonima tutt’ora in corso presso il Museo dei Mercati di Traiano a Roma (15 novembre 2019 – 16 febbraio 2020), dedicata al grande scultore castellano Giancarlo Sciannella (Castelli 1943 – Roma 2016), promossa da Roma Capitale Assessorato alla Crescita culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Comune della Città di Castelli e Fondazione Cingoli con il supporto organizzativo di Zètema Progetto Cultura. L’allestimento dell’esposizione è curato dall’Architetto Francesco Pezzini di SALA 2Architettura. Il progetto illumino-tecnico è di David Barittoni.

Per presentare il catalogo saranno a Teramo i saggisti che lo hanno realizzato, che interverranno sui temi affrontati nel volume: Simone Battiato (docente di storia dell’arte e critico), Giancarlo Sciannella. Itinerario – Giulia D’Ignazio (storica dell’arte e critico), Giancarlo Sciannella e Romano Rocchi: la stagione delle arti visive in teatro – Lorenzo Fiorucci (storico dell’arte e critico), Giancarlo Sciannella dall’Informale al primordiale: presenze per una scultura di terra.

Parteciperà all’incontro anche il Sindaco di Castelli Rinaldo Seca. Presenterà Rino Orsatti.

Giancarlo Sciannella è scultore in terracotta, fra le massime espressioni della scultura contemporanea italiana, in particolare legata alla materia di terra e si colloca all’interno di una linea di ricerca d’avanguardia che in Italia, nel novecento, vanta illustri precursori come Martini, Fontana, Melotti e Leoncillo, ed espressioni recenti come Valentini, Spagnulo, Mainolfi, solo per citare i maggiori.

È un dialogo interrogativo interiore, intimo e personale, quello intrapreso da Sciannella con la materia primaria e arcaica, che il fuoco concretizza, investendola e trasformandola in scrittura, attraverso un racconto che conserva sacralmente gli echi della tradizione ceramica paesana (Castelli d’Abruzzo vanta cinque secoli di produzione), che l’artista rinnova attraverso il costante aggiornamento sulle varie tendenze dell’arte contemporanea.

Materia di terra che diventa corpo tellurico, quasi di consistenza carnale; epidermide solcata dai segni-forza dinamici che ne definiscono la plastica.

La ragione “povera” della ceramica di Sciannella è lontana da tentazioni virtuosistiche e narrative, bensì allusive.