TERAMO – Situazione al limite della sostenibilità economica, con rette ferme al 2002, nella case di riposo ricadenti nell’Asp 1, che conta oltre 300 persone assistite e circa 250 operatori. Un problema che non concerne solo la Casa di Riposo”De Benedictis”, a Teramo, davanti ai cui cancelli stamattina le Organizzazioni sindacali riunite hanno illustrato il problema che riguarda un servizio importante per tutta la collettività teramana.

ASCOLTA LE INTERVISTE

“Sono settimane, mesi, e addirittura per alcuni di noi sono anni, che ormai tentiamo di portare alla ribalta quella che è la problematica della Asp 1″, dice Pancrazio Cordone, della FP CGIL, “Cioè di servizi che accumulano necessariamente debiti, visto che le rette sono ferme al 2002. La situazione economica oggi è insostenibile, la costante di tutto questo periodo è il disinteresse delle istituzioni nella risoluzione di un problema che riguarda circa 250 operatori, perchè oggi non parliamo solo della De Benedictis. E’ una situazione che riguarda tutte le case di riposo ricadenti nell’Asp 1. Ci sono oltre 300 ospiti, 300 persone assistite. La situazione è ingestibile, con una situazione debitoria delle cooperative e dei soggetti che gestiscono i servizi che sono al limite della sostenibilità economica. Continuiamo a fare appello a tutte le istituzioni perché questa situazione di emergenza venga trattata come tale. Non abbiamo più tempo di attendere soluzioni di lungo termine, abbiamo bisogno di interventi urgenti che diano respiro e consentano di poter erogare servizi importanti per la collettività e che garantiscano il giusto salario per gli operatori”.

Fabio Benintendi, della Cisl aggiunge: “Ci teniamo a far capire che è una situazione eccezionale. Temiamo, però, che qualcuno possa sperare che con quest’ulteriore avvicendamento nel cambio di amministrazione si possa venire  a riproporre l’ennesimo piano di risanamento. Tuttavia, la storia di questi anni ci ha dimostrato che non è solo un problema di persone o di chi guida l’ente ma ci sono evidentemente delle difficoltà, delle carenze strutturali dal punto di vista economico. O ci si rende conto dell’eccezionalità della situazione e la si affronta come tale, con tutto ciò che concerne le rette e l’adeguamento dei posti, altrimenti ci ritroveremo qui a parlare tra qualche tempo nuovamente di debiti che sono solamente cresciuti. Questo non è più possibile, è in ballo un servizio fondamentale per la collettività teramana. E’ un altro aspetto che dobbiamo sottolineare e tutti devono capire, perchè se ci blocchiamo dal punto di vista economico inevitabilmente ciò avrà una ripercussione sui servizi che vengono erogati. E tutti sanno quanto è importante il sociale e i servizi che queste strutture erogano.”

E Alfiero Di Giammartino della UIL FPL ribadisce che “Quando delle strutture pubbliche all’improvviso non riescono a garantire il salario al personale utilizzato, delle responsabilità politiche ci sono. Non è più tollerabile questo ritardo e questa non decisione. E’ urgentissimo che si attivi un piano di rientro di investimenti altrimenti c’è davvero il rischio che si chiudano le case di riposo. E questo è intollerabile.”