TERAMO – TERAMO – In tanti hanno partecipato stamattina, in occasione della Giornata della Memoria, all’iniziativa organizzata dall’Anpi Teramo e da Teramo Nostra in via Cavour, davanti alla pietra d’inciampo a memoria del martire Alberto Pepe. Sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, il presidente della Provincia Diego Di Bonaventura, il senatore Antonio Franchi, il presidente del consiglio comunale Alberto Melarangelo, i dirigenti delle due associazioni, oltre a numerosi cittadini e ai docenti e agli studenti delle scuole (Primaria “San Giorgio”, Liceo”Milli”, Classico “Delfico”). Dopo un momento commemorativo, l’evento si è spostato alla Villa Comunale “Stefano Bandini” dove è stato reso omaggio alla figura dell’ufficiale di artiglieria teramano, davanti alla lapide apposta a sua memoria. Era presente anche la delegazione di Rifondazione Comunista, invitati dall’Anpi.

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Chi era Alberto Pepe? Ecco una nota dell’Anpi Teramo che lo ricorda:

“Ufficiale di Artiglieria teramano Alberto Pepe partecipò alla Campagna di guerra in Croazia, dopo l’8 settembre 1943 non accettando la collaborazione con i tedeschi, fu arrestato dai nazisti e tradotto in Germania con il numero 63313. Pepe era un tenente, aveva il suo corpo di soldati a Dubrovnik, essendo discendente di militari era molto legato ai valori della patria e al senso dello Stato, invece di “imboscarsi” dopo il 25 luglio decise di tornare in Croazia dai suoi soldati. Lì furono fatti prigionieri e portati tutti nei campi in Germania.

Chi aderiva alla Repubblica sociale veniva liberato, ma bisognava collaborare con il nazismo: solo 1% aderì, il resto fece una resistenza fuori dai confini. Pepe subì due anni di detenzione recluso in vari campi di concentramento come quello di Wietzendorf dove incontrò vari teramani tra cui Carino Gambacorta che successivamente divenuto Sindaco di Teramo fece intitolare una via alla sua Memoria.

Durante la sua detenzione nel campo di Wietzendorf i nazisti decisero di fucilare nel gennaio del 1945 venti soldati semplici italiani. Per evitarlo si fecero avanti 44 ufficiali fra cui Alberto Pepe e il teramano Vittorio Boccabella. I 44 non vennero fucilati ma portati nel campo di sterminio di Unterluss, lì vi rimasero per due mesi, torturati e ridotti alla fame, nutriti con bucce di patate. Morirono in 6 fra cui Alberto Pepe che si spense il 4 aprile del 45 a seguito delle torture e vessazioni subite, pochi giorni dopo i prigionieri superstiti vennero liberati dagli inglesi. Il sacrificio dei 44 ufficiali è uno dei principali episodi della Resistenza italiana all’estero.

Prima del suo trasferimento nel campo di “rieducazione al lavoro” di Unterluss, nei pressi di Amburgo Pepe lasciò il diario che era parte della sua vita ai suoi compagni di prigionia che lo custodirono. Il diario fu riportato a Teramo da Ezio Di Curzio e consegnato alla moglie Rosina, le sue pagine racchiudono tutta l’angoscia di un uomo che continuò a sperare fino alla fine nella libertà. Il diario della Prigionia “Cara Rosina” è stato edito dall’Istituto Abruzzese per la Storia d’Italia dal fascismo alla Resistenza. A Pepe, e agli altri 5 ufficiali morti, è stata conferita la medaglia d’argento al valor militare dal presidente della Repubblica, a fine anni 50 e nel giugno 2011 la medaglia d’onore alla memoria.

La figura del Patriota Alberto Pepe è ricordata da una lapide a sua Memoria posizionata nella Villa Comunale di Teramo Stefano Bandini vicino al monumento di Mario Capuani, nel gennaio del 2012 l’artista tedesco Gunter Demnig, in via Cavour a Teramo nello spazio antistante l’abitazione di Alberto Pepe istallò la Pietra di Inciampo a sua Memoria, blocco in pietra con una piastra in ottone impiantato a terra con inciso il nome della della vittima di campo di sterminio.

Ad oggi le Pietre di Inciampo impiantate dall’artista tedesco in tutta Europa sono decine e decine di migliaia, quella di Teramo a Memoria di Alberto Pepe è l’unica in Abruzzo”.