TERAMO – “Bell? ciao! L’amore, la rabbia e la rivoluzione” è il tema del festival promosso dal Collettivo Malelingue, che si svolgerà a Teramo il 28 e 29 maggio, in Piazzetta del Sole. Si tratta del Primo Festival transfemminista a Teramo, che germoglia dalla convinzione che “se il presente è catastrofico, il futuro però non è ancora scritto – si legge nella nota di presentazione dell’evento -. I tempi che stiamo vivendo ci pongono davanti ad enormi complessità negli ambiti più disparati della nostra esistenza. Le dinamiche patriarcali che si esprimono attraverso una violenza radicata e generalizzata, da quella domestica allo sfruttamento ambientale fino alla guerra, pervadono il nostro presente e colpiscono, in special modo, quelle categorie di individui già fortemente marginalizzati: donne, persone LGBTQAI+, disabil?, pover?, migrant?, ultim?, considerat? semplicemente ‘divers?’ dai più”. 

“La violenza di genere affonda le sue radici nella cultura sessista e nella stereotipizzazione di genere – continua la nota –. Si esprime attraverso diverse forme: dal linguaggio, in cui i mezzi di comunicazione fanno da maggior veicolo di messaggi distorti, alla colpevolizzazione della vittima, alla precarietà e discriminazione nel mondo del lavoro, attraverso il servizio di cura non retribuito che, per lo più, grava sulle spalle delle donne. Si esprime soprattutto tra le mura delle nostre case che diventano, e i dati di questi anni di pandemia lo confermano, posti sempre meno sicuri, dimostrando quanto il problema sia di natura culturale e sistemico, e alimentato dal disinteresse generale”. 

La caratteristica principale del festival risiede in ciò che la scrittrice bell hooks (pseudonimo di Gloria Jean Watkins) chiama “politica di posizione, intesa come punto di osservazione e prospettiva radicale, che impone di individuare spazi da cui iniziare un processo di re-visione, e cioè di costruzione di immaginari – spiegano ancora le Malelingue –. Dobbiamo renderci tutt? consapevol? che lo spazio, tanto quello prettamente fisico che quello culturale, in cui operiamo e ci muoviamo, non è mai neutro. All’interno di questo spazio volutamente marginale ma resistente, ‘Bell? ciao!’ vuole essere una comunità intersezionale capace di mettere al centro, grazie anche alla sinergia collettiva e partecipata con le realtà culturali e politiche del territorio, relazioni, cura, sostegno, ascolto, solidarietà ed autodeterminazione ed economia sostenibile”.