Dopo una tormentata discussione notturna ai primi bagliori dell’alba la decisione è presa. E’ clamorosa ma nel contempo attesa. Inevitabile. Mentre dalle pendici del Golgota, con una settimana di anticipo, s’ode il cupo mantra dei forcaioli: “Crucifige!Crucifige!”

No! Non è stata la crisi della giustizia a rendere definitiva questa scelta. No! Non sono stati gli interminabili processi figli della crisi del sistema giudiziario che si riflette sui professionisti. No!  La colpa non è della pandemia che trasforma i tribunali in una caporetto del diritto. No!  Non è stata la crisi nera degli avvocati, che raccontano di una categoria che non naviga più nell’oro. E neppure il  paradosso che vive la categoria costretta  ad aspettare mesi migliaia di euro del gratuito patrocinio con uno Stato che paga con estremo ritardo ma chiede all’istante,  o per i crediti  che vantano anche dai loro clienti, che in questo periodo non se la passano meglio di loro.

La ragione è più serie. Sostanziale. Gli avvocati di Teramo hanno dovuto ammettere di essere diventato inutili. Non c’è discussione. E’ un fatto. Mentre quattro sorelle di Mastro Titta “er boia” si apprestano a tirare su la ghigliottina nei giardini Ivan Graziani. E sul sottofondo si ode ancora la voce del maestro che proprio a loro dedicò quella sua “Maledette malelingue”

Eccoli li riuniti. C’è un po’ di tristezza. Un ultimo abbraccio e poi nulla più. Nessuno indosserà più la toga. Ora dormiranno tranquilli. La mattina più nessuna preghiera a Dike, figlia di Zeus. Per loro niente più spada, niente più  bilancia.  

Tonino Lessiani, Carlo Antonetti sono già in pantaloncini . Torneranno a giocare a basket da playmaker e da ala che, voi non lo sapete, ma giocavano proprio bene. E con la squadra che ha oggi il Teramo andranno subito in prima squadra. Luca D’Eugenio è già sul campo da tennis a fare lezione a Maurizio Brucchi che ha sempre provato a giocare. A Tennis. Luigi Guerrieri tutto felice si è comprato l’enciclopedia di Dante con commento di Cavour e disegni di Andreotti e sta a posto tre anni. Elvio Fortuna è tutto contento: ha acquistato casa a Imola e la mattina andrà a pulire le moto da corsa di Valentino. Monica Passamonti è stata la prima a firmare, è già sotto la pineta a fare krav maga e siccome non gli basta ora si è messa anche a sparare se le fanno girare le…;  Tommaso Navarra è il più avvantaggiato, potrà andarsene in giro nei boschi insieme agli orsi, e comunque dire che sta lavorando. Francesco Franchi è partito a piedi per Zoppe di Cadore, dove si dedicherà alla lettura dei libri del miglior giornalista italiano di sempre. Angelita Calandra la più avvantaggiata, potrà titare tardi tardi la notte ad ascoltare ottimo jazz NewYorkese. Manola Di Pasquale ora che ha tanto tempo ha chiamato il Sindaco D’Alberto, e gli ha detto #gianguidostai sereno. Alessandro Recchiuti potrà andare tranquillo a fare il Sindaco se Ginoble e Gatti si metteranno d’accordo per un altro incarico per il cutarolo nel gioco della politica con la p minuscola quella che fa schifo. Sabatino Di Girolamo finalmente potrà dedicarsi alla lettura di Dante.  e potrà “riveder le stelle” dopo aver seguito le ombre di persone troppo diverse da lui che è galantuomo. L’avvocato Tiberi aprirà una trattoria a Casanova “Da Pasquale: saggicc’ e allegria” e prova a consolare il camerata Giandonato Morra che è il più arrabbiato. Ora che finalmente poteva avere la scusa per non fare niente gli hanno dato la carica di difensore civico e sarà costretto a lavorare. Volevano mandarci Benigno D’Orazio che, per nulla preoccupato ha esclamato: difensore ? un “parolone”.

Il fatto triste ma ineludibile è presto detto.

Purtroppo nasce da un mio errore. Di cui mi scuso. Nasce da una mia piccola nota, scritta in fretta, un piccolo “ruggito”, figlio più della passione che della ragione. In sostanza, da ingenuo, non comprendendo bene il senso di ciò che dicevo, sostenevo che avendo conosciuto una persona fin da ragazzo, magari spavaldo, rimasto un pò bullo, che a qualcuno può apparire arrogante, ma mai violento, sentivo il diritto e avevo il dovere di esprimere il mio dissenso nei confronti di un provvedimento di arresto domiciliare.  Giusto ? Non giusto? Chissenefrega. Conosco i fatti ? No. Conosco l’accusatrice ? No. Conosco le accuse? No. E chissenefrega mica faccio il giudice. Conosco l’accusato e a quelle accuse di violenza io non ci credo. E lo scrivo perché, per sbaglio, in questo anno, mentre mi è impedito di fare ciò che farei e certamente so fare, sono tornato a scrivere come facevo da ragazzo. Tutto qua. E ci metto la faccia, sempre, come ha sempre fatto.

E già li, a quel punto, in anticipo di una settimana, si è alzato l’urlo belluino di alcune webeti con il loro coro “Barabba Barabba”. Ho provato  a sostenere (copiando da internet) che   la presunzione d’innocenza è un principio giuridico secondo il quale un imputato – cioè  il soggetto, accusato di un reato e non per questo automaticamente colpevole –  è appunto considerato non colpevole sino a che non sia provato il contrario. E che non basta una accusa, ma è il processo il mezzo mediante il quale alla presunzione d’innocenza si sostituisce quella di colpevolezza. E a questo punto, sempre in anticipo di una settimana, si è alzato il grido di alcune webeti – sempre le stesse -con il loro “crucifige crucifige”, unito a quello di tre ignoranti “alla forca alla forca”.

Per questa ciurmaglia drogata di odio non c’è più spazio per il diritto di difesa. Vogliono il sangue del violento, accusato non si sa da chi, ne per cosa. Per queste iene  affamate non c’è più necessità di tutelare il diritto alla libertà, l’effettività della difesa, la regolarità del giudizio a tutela dell’indagato. Da “nessuno tocchi Caino” si è passati a “impicchiamo a prescindere”.

Poi, per fortuna è arrivata Federica Beguardato, che un pò  era triste e dispiaciuta di non poter più rivedere le amiche e i colleghi, mentre  un piccola lacrima le barcollava tra palpebra e guancia ha urlato con uno splendido sorriso: “Ma le iene feroci che ritengono inutile il processo sono quattro. Ma proprio 4 persone rabbiose ma 4”. Feroci, convinte che ad una accusa debba sempre seguire una condanna, ignoranti ma sempre 4 . Tra più di 500 commenti di incoraggiamento, di critica, di domande e posizioni, in un civile dibattito con 48 condivisioni di un semplice articolo

E questo è un motivo di speranza. Vuol dire che la giustizia può ancora fare il suo corso. C’è un accusa. Una accusato. E una persona che deciderà. C’è chi racconterà il fatto. Chi esprimerà una opinione. Ma soprattutto restiamo umani.

Leo Nodari