TERAMO – Non sono un uomo-social, ma il sig. Paolo Cosenza mi chiede con garbo, sulle pagine facebook del Club Biancorosso che mi vengono girate, di fare chiarezza su Mister X, che sta correndo il serio rischio di passare per essere stata una mia, paradossale boutade giornalistica ed il cui nome e cognome, in una seconda fase, alcuni colleghi teramani hanno invece reso noto.

Si tratta dell’ing. Raffaele Tartaglia: è il signore calvo che vedete nella foto, scattata dal mio cellulare, a Teramo. Se mai è stato citato dal sottoscritto, due sono i motivi:

  • il primo per rispettare un patto di riservatezza che esiste anche nel nostro mondo,
  • il secondo perché se fosse stato reso noto il suo nome si sarebbe corso il rischio di poter cadere in un clamoroso equivoco (quello del fallimento della Carrarese di proprietà di Raffaele Tartaglia e per il 30% della famiglia di Gianluigi Buffon – ndr -) sul quale intendiamo fare chiarezza riportando i passi salienti della sentenza definitiva del 12 maggio 2017, che recita:

“… manca in definitiva una oggettiva prova documentale che, al di là delle mere indicazioni o suggestioni indichi come riconducibili in capo a Raffaele Tartaglia iniziative od omissioni che avrebbero, secondo il principio della regolarità casuale provocato, o contribuito a provocare una reazione di irreversibile dissesto… in conseguenza del fallimento della società Carrarese Calcio Srl… la CFA all’esito del giudizio di rinvio disposto dal Collegio di Garanzia dello sport con decisione  n. 39/2017 , valutati gli atti, assolve il sig. Raffaele Tartaglia dalle contestazioni ascritte e, per l’effetto, annulla le sanzioni inflitte con la decisione di cui Com. Uff. n° 112/CFA del 17-03-2017“.

Ecco, avremmo gradito raccontarvi dell’interessamento concreto nei riguardi del Teramo Calcio da parte di Raffaele Tartaglia intervistandolo prima, ripartendo proprio dai fatti di Carrara al fine di fare chiarezza subito, come fu fatto in diretta televisiva con Davide Ciaccia per una vicenda antecedente alla sua attuale e risalente, più o meno, allo stesso periodo del fallimento dei toscani.

Detto ciò in premessa, è bene sapere che quando si arriva a determinare una volontà specifica al Tribunale di Roma e poi, a seguire, a far visita al primo cittadino di Teramo ed al gestore dello Stadio, nessuno può pensare che si stia perdendo soltanto del tempo. Poneva due condizioni l’ing. Raffaele Tartaglia: l’iscrizione al prossimo campionato di Lega Pro e la gestione dello stadio a favore del Teramo Calcio: “Mi sono tirato fuori perché non ci sono le minime condizioni per un serio lavoro – ci dichiarò tempo addietro -. Senza la gestione dello stadio non c’è spazio per fare nulla a Teramo“.