Anche gli ingegneri e commercialisti temono la sospensione perché non in regola con i crediti formativi. Se l’Ordine degli architetti prenderà provvedimenti disciplinari verso circa 90 professionisti, con grave ripercussioni sul proprio lavoro ma anche sui cantieri, con conseguente rallentamento della macchina amministrativa, anche quello dei commercialisti colpirà circa 100 dei suoi (su un totale di iscritti di 750), mentre gli ingegneri si limitano a 10 sui 1.350 iscritti totali.

“Non sono tutti in regola – afferma il presidente dell’Ordine dei commercialisti, Alberto Davide – per cui passeremo il caso al Consiglio di disciplina che assumerà la decisione da prendere. D’altronde, noi per consentire ai colleghi di adempiere a tutti i compiti abbiamo concesso ulteriori 2 mesi nel 2018, per ultimare il corso di formazione (triennio 2015-17). Noi proponiamo circa 400 ore di formazione, prevalentemente gratuite (tranne l’alta formazione) e offriamo pure la possibilità dell’on line, volendo possono accumulare crediti senza problemi ma noto che qualsiasi cosa che venga imposta si percepisce come obbligo, scatenando una certa repulsione”.

Mentre per quanto riguarda il caso degli ingegneri che non raggiungono i 60 crediti formativi professionali stabiliti dal regolamento, che poi significano 60 ore di corso di aggiornamento, rischiano una sanzione disciplinare dal Consiglio di disciplina. Questo quanto ricordato da tempo dal Consiglio Nazionale Ingegneri (Cni), in una circolare diffusa ai vari ordini provinciali, dopo aver riscontrato che una “percentuale non trascurabile di ingegneri iscritti non ha adempiuto all’obbligo di aggiornamento professionale”. E senza i 60 crediti il regolamento prevede il deferimento al Consiglio di disciplina che (tramite un Collegio di disciplina) dovrà esaminare la situazione e decidere se applicare, in modo assolutamente autonomo e osservando le forme del procedimento disciplinare, una sanzione disciplinare. Secondo il Dpr 137/2012 “la violazione dell’obbligo costituisce illecito disciplinare”.

Il presidente dell’Ordine, Agreppino Valente, specifica che “il detentore delle misure, con la banca nazionale dati, è il Consiglio nazionale, noi piuttosto fungiamo da notai, non siamo titolati ad intervenire”. Senza i crediti “i professionisti non possono firmare i progetti” ribadisce il presidente che ricorda come a fine corso di aggiornamento i crediti prodotti possano essere 144, con la soglia minima di 60: è compito di ogni singolo professionista provvedere, andando sul portale nazionale del Cni”. Oltretutto “si può anche risalire alla data della prestazione: se in quel periodo l’ingegnere avesse ottenuto almeno la soglia minima oppure no”. Il rischio è la sospensione. “Del resto i corsi sono generalmente di 8 ore al prezzo di 60 euro, quelli da 120 hanno un costo di 600 euro”.

Lo stesso presidente Raffaele Di Marcello (ordine degli architetti) aveva già constatato “di aver concesso un ravvedimento operoso, venendo incontro con gli esoneri a chi nei periodi citati fossero all’estero o in gravidanza o che avessero avuto altri tipi di impedimenti, ma alla fine siamo stati costretti ad intervenire”. Alcuni, nelle convocazioni, si sono fatti accompagnare da un avvocato: si stanno valutando le diverse posizioni caso per caso. Sono stati esonerati coloro cui mancano solo fino  a 12 crediti dei 60 in ballo (di cui 12 di materie deontologiche) per la fine del corso d’aggiornamento. Presentate anche alcune autocertificazioni da coloro che non potevano essere presenti ai corsi.

 

Maurizio Di Biagio