Al Sindaco di Montorio al Vomano Fabio Altitonante

Egregio Sindaco,
l’associazione Rifiuti Zero Abruzzo in riferimento alla Determina n. 388 del 28/12/2023 avente come oggetto
“Servizi di pulizia della scarpata del lungofiume e messa in sicurezza. Affidamento diretto” con la quale la
ditta incaricata ha operato un taglio massivo di tutte le piante e la vegetazione di detta scarpata “al fine di
prevenire danni calamitosi”, con la presente vuole sottoporre alla Sua attenzione alcune osservazioni e
proposte.
Quel tratto di fiume che ricade all’interno di un’area SIC/ZSC, uno dei più belli che attraversano il paese,
effettivamente versava in condizioni di totale abbandono. Insistevano sulla scarpata molte piante secche
inclinate oppure cadute, e molte di quelle sane totalmente ricoperte da vegetazione infestante che ne
minavano la sicurezza. Anche la capacità idraulica del fiume risultava ridotta a causa della fitta vegetazione.
Per questo abbiamo accolto positivamente la scelta di codesta amministrazione di voler intervenire con la pulizia e messa in sicurezza. La circostanza della rimozione di decine di sacchi di rifiuti in detta scarpata e la
scoperta di sversamenti abusivi su cui codesta Amministrazione sta effettuando indagini approfondite,
confermano la necessità di operazioni di pulizia su quel sito. Un SIC/ZSC infatti va tutelato anche
rimuovendo rifiuti ed evitando sversamenti inquinanti. Anche il blocco della cementificazione dell’area
soprastante che codesta Amministrazione ha operato modificando il piano regolatore e trasformando quel sito
in una piazza verde dove nessuno potrà mai costruire è una operazione a tutela del SIC/ZSC, che come
associazione ambientalista plaudiamo. Per questo motivo ci saremmo aspettati una cura e un’attenzione
particolari durante le operazioni di pulizia nei confronti dell’area in questione attraverso un taglio selettivo
soltanto delle alberature che presentavano una reale minaccia per la sicurezza. Ma purtroppo questo non è
avvenuto avendo operato un taglio massivo sulla scarpata in riva destra idrografica.
Si rileva il danno elevato alla fascia riparia costituita da specie tipiche appartenenti ai generi populus spp,
salix spp, alnus. spp (pioppi, salici arbustivi e arborei e ontani) e alla rete ecologica ad essa connessa. Inoltre
si vuole evidenziare che l’attività di manutenzione straordinaria all’interno di un’area SIC/ZSC è sempre
soggetta a VIncA che sembra, in questo caso, non essere stata redatta. La VIncA redatta dalla dott.ssa
Pigliacelli che questa associazione ha visionato non contempla tale area ed è stata redatta per un altro
progetto.
Dalla lettura dell’apparato deliberativo non si evince il tipo di smaltimento del materiale legnoso che deve
sempre rimanere all’attenzione dell’Amministrazione (CAM GPP). Questa Associazione chiede di conoscere
il tipo di smaltimento della massa legnosa rimossa dalla scarpata fluviale.
Tra le misure di conservazione sito-specifiche (DGR 479/2018) si parla espressamente di “mantenimento e
miglioramento dello stato di conservazione degli habitat con ripristino della continuità della fascia riparia e
delle molteplici funzioni da esso svolte”. Come previsto dalle norme vigenti, l’associazione Rifiuti Zero
Abruzzo esorta codesta Amministrazione alla messa in ripristino della vegetazione nel massimo restauro
della biodiversità, con specie autoctone (pioppi, salici e ontani) evitando in futuro il depauperamento della
vegetazione ripariale, fondamentale per la qualità ambientale di un fiume e per la biodiversità vegetale e
faunistica.
In riferimento al progetto di messa in sicurezza che ha ottenuto un finanziamento di 5milioni di euro e non
ancora appaltato, si osserva che lo stesso ha privilegiato l’aspetto della sicurezza idraulica senza coniugare il
tema della salvaguardia e incremento della biodiversità come ci si sarebbe aspettato in un tratto ricadente
all’interno di un SIC/ZSC (Zona Speciale di Conservazione) e come previsto dalle normative vigenti (si cita
l’art. 7 comma 4 lettera c) del D.Lgs. 23 febbraio 2010 n. 49 nel quale si afferma che “I piani di gestione del
rischio di alluvioni comprendono misure per raggiungere gli obiettivi definiti a norma del comma 2, nonché
gli elementi indicati all’allegato I, parte A. I piani di gestione tengono conto di aspetti quali: gli obiettivi
ambientali di cui alla parte terza, titolo II, del decreto legislativo n. 152 del 2006”, cioè il mantenimento e/o
il raggiungimento dello Stato Ecologico “BUONO”, su tutti i corpi idrici, a maggior ragione nei tratti
ricadenti nei SIC/ZSC
Il taglio a raso della fascia riparia e le lavorazioni in alveo, con mezzi meccanici, non permettono la
conservazione e/o il raggiungimento degli obiettivi di qualità, in quanto gli indici utilizzati per la
classificazione di qualità dei corsi d’acqua (D.M. 260/10) sono indici sia biologici (riferibili alle macrofite, ai
pesci, ai macrobenthos e alle diatomee) che idromorfologici (riferibili alla presenza, ampiezza e continuità
della fascia riparia). Inoltre le soluzioni tecniche individuate quali le gabbionate non sono sufficientemente
compatibili con un ambiente così ricco di biodiversità; sarebbe stato auspicabile ipotizzare l’utilizzo di
tecniche riconducibili alle Nature Based Solutions (soluzioni basate sulla natura) ampiamente previsti e
finanziabili dai principali programmi europei e nazionali (interventi di ingegneria naturalistica quali
gabbionate rinverdite e fitodepurazione diffusa).
Questa associazione resta a disposizione dell’Amministrazione per ogni tipo di confronto sulla tutela e
salvaguardia del lungofiume.

Luciana Del Grande
Presidente Rifiuti Zero Abruzzo