TERAMO – L’Hospice di Teramo è un fiore all’occhiello. La struttura, Inaugurata nel 2013, dislocata nell’ex sanatorio, è riservata ai malati che necessitano di cure palliative e di supporto psicologico, ed è riservata a chi, per varie problematiche, non può essere assistito in casa. Le stanze però sono solo dieci. E questa sarebbe una delle negatività della struttura: ci sarebbe infatti una lista d’attesa per entrare. Così denunciano alcuni cittadini, ma il Direttore del Coordinamento strutture amministrative della Asl Valerio Profeta, spegne la questione, o meglio ci tiene a precisare: “Non c’è una vera e proprio lista di attesa, c’è da attendere, vero, ma siamo nella normalità. I posti sono pochi, anche questo è vero, ma sono così da normativa. Se alla Regione avessimo chiesto comunque qualche posto in più, forse non ce li avrebbero neanche concessi. Il punto è che, strutturalmente, non c’è lo spazio fisico per poter fare di più ed ampliare. Nel dettaglio ci sono camere di degenza singole dotate di servizi igienici, di angolo cottura e anche di divani letto per i familiari che possono assistere notte e giorno i malati. Molto più grandi dei normali 12 metri quadri di una stanza con letto singolo. Quando si decise di realizzare l’Hospice fu ristrutturata questa ala dell’ex sanatorio e furono collocati i 10 posti”.

Per ampliare l’Hospice Profeta ci racconta che 2 o 3 ambulatori in Malattie Infettive, potrebbero essere riconvertiti. “Ma non oltre e non avrebbero la grandezza sufficiente. Potremmo al massimo creare uno due posti in più” – dice – ci sono poi altre possibilità che stiamo vagliando. Comunque il numero di richiesta per entrare nella struttura varia da periodo a periodo – ci spiega ancora Profeta -; non sempre sono occupate tutte e 10 le stanze. Poi magari c’è più richiesta e bisogna avere dei tempi di attesa maggiori, ma il problema è spesso che i malati non hanno i requisiti per accedervi”. Nella struttura infatti si ospitano malati terminali di qualunque fascia d’età e per qualsiasi malattia, ma bisogna avere dei criteri legati all’aspettativa di vita: sei più di sei mesi o meno di 15 giorni non entri.

“Non dobbiamo dimenticare, comunque, che abbiamo tantissime persone che sono in assistenza domiciliare – prosegue Profetacon l’equipe, coordinata dal dottor Claudio Di Bartolomeo, che va a casa dei malati. Le persone sono trattate con cure specifiche. Dal domicilio, poi, si può anche passare all’Hospice”.  Il servizio a domicilio è efficiente: tante le richieste. Alla Asl hanno calcolato che la spesa è di oltre 3 milioni e mezzo, senza calcolare i farmaci. “Ci vorrebbe più personale, considerato che la stessa equipe, gli stessi medici, gli stessi infermieri si dividono tra struttura e abitazioni dei malati.” Insomma le domande aumentano anche in relazione al fatto che le malattie oncologiche non sono inregresso, anzi, e che contestualmente diminuisce la capacità delle famiglie di prestare assistenza.

20 posti si potrebbero realizzare – spiega ancora Profeta ma non oggi. Ci vorrebbe un’altra struttura, e nell’attuale non possiamo spostare il reparto di malattie infettive. Tra l’altro per realizzare due ali, il costo sarebbe esorbitante, più di un milione di euro. Forse in un futuro… magari nell’Ospedale Nuovo”.