TERAMO – Sarebbe dovuta essere una gara da vincere ed alla fine, avendo addirittura avuto paura di perderla, sei nella condizione di accettare anche di buon grado l’1-1 e di prendere per buono il quarto risultato utile, seppur il quarto pareggio e maturato contro la cenerentola del girone Cavese, che prima di oggi aveva perso 9 delle 14 gare giocate, vincendo una sola volta e beccando qualcosa come 23 reti…

Che ci sia un’involuzione di gioco nel Teramo, è una dato di fatto e conta poco, anzi nulla, quello che ci raccontano.

La verità è che questa squadra non può permettersi di fare a meno di Diakitè, di Lasik e, noi aggiungiamo con forza, di Piacentini. Rimane peraltro atavica la latitanza in zona goal se hai un Bombagi ancora ai minimi termini e se hai ruotato, oramai, tutto il parco attaccanti. Oggi (a sorpresa – ndr) è stata la volta di Gerbi, che avrebbe anche potuto fare goal nel primo tempo, se non avesse calciato non si sa come, sul fondo.

La gara è da cancellare, se limitata alla prima frazione, nel corso della quale evidenziamo un bel pallone nel cuore dell’area deserta di Gerbi, perché la stessa azione si ripeterà nella ripresa, ancor più pericolosamente, con Mungo (il migliore dei suoi seppur impiegato per mezz’ora – ndr): identico l’esito. Nella terra di nessuno!

Che poi la partita si fosse messa malissimo è vero, quando Soprano, servito male in mediana, perde palla in uscita e lascia un’autostrada dinanzi a sè a Russotto, il quale, facile facile, salta Lewandowski e porta in vantaggio i suoi.

Il Teramo ci mette un po’ a riprendersi ed inizia a spingere con costanza soltanto dall’ingresso di Mungo e di Pinzauti, decisamente molto, ma molto più vivaci, di Bombagi e di Gerbi. Anche Viero, per Arrigoni, ha disputato venti minuti di livello. Alla fine il pareggio arriva su un sacrosanto rigore per fallo di Pompetti su Mungo che, guarda caso, aveva ricevuto proprio da Pinzauti… Dal dischetto Cappa mette dentro l’1-1, anche con un pizzico di suspense, visto che Russo la palla l’ha almeno sfiorata, forse addirittura toccata.

Adesso bisogna recuperare il recuperabile per salvaguardare tutto quanto di buono fatto e che sarebbe davvero un peccato buttare all’aria.